WE ARE THE BEARS Blue Desert Fuzz 2016 - Psichedelia, Indie, Folk

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Un buon punto di partenza per poter sviluppare un sound ben preciso, che spazia fra diversi generi, ma ben mescolati fra di loro, senza creare quelle indecisioni tipiche di chi tenta di solcare più mari tutti insieme.

Immaginate di essere in un deserto blu, notte fonda tutto intorno, un cielo al neon sopra le vostre teste, fatto di stelle dai colori esplosivi e una brezza fresca che vi passa attraverso. Ecco, questo è ciò che la traccia di apertura "Lysergic structure" suggerisce, una intro evocativa che funge da apripista alla shoegaze oriented "Fire in the sky", con il suo incedere mistico e fuggevole, all'incrocio fra il jazz e la psichedelia di "As a reflection", con le sue inserzione di chitarra elettrica tagliente o al caldo retrogusto blues di "Better if I hadn't seen you". Fa anche capolino quel rock dal sapore anni '70, rinvigorito però dai suoni più ruvidi e scalfiti di "Replace", fino ad arrivare alle chitarre nebbiose di "Strange way" e alle divagazioni sonore à la Stone Roses di "Pattern nature". Poco convincente, se vogliamo trovare un piccolo intoppo, il brano "Love trip", che avrebbe reso di più se acustico, così da poter godere al meglio del sound avvolgente delle corde fredde, vere protagoniste di tutto il pezzo.

"Blue Desert Fuzz" è un buon punto di partenza per poter sviluppare un sound ben preciso, che spazia fra diversi generi, ma ben mescolati fra di loro, senza creare quelle indecisioni tipiche di chi tenta di solcare più mari tutti insieme. Una buona prova piacevole ed interessante, qualcosa che speriamo porti i WE ARE THE BEARS ad uno step superiore ben presto.

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La recensione Blue Desert Fuzz di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-06-28 00:00:00

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