Figli di Iubals/t2004 - Cantautoriale, Etnico, Acustico

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Già apprezzati in terra natìa (la Sardegna), nei concorsi dedicati alla memoria di Ivan Graziani e Fabrizio De Andrè, i Figli di Iubal partono ora alla conquista della penisola. Lo fanno armati di diversi anni di studi musicali classici, che hanno dato loro le ‘basi’ per poter in seguito spaziare ad ampio raggio nei territori sconfinati della musica folk, del tango, del valzer, del jazz. Con i suoni delle proprie radici nel sangue, firmano il gemellaggio con la musica dell’est europeo, soprattutto quella dei Balcani, mentre un orecchio rimane sempre ben proteso verso le note provenienti dal sud America.

Lo sbarco sulla penisola avviene presentando un disco d’esordio, che porta il titolo della stessa formazione sarda, e dato alle stampe grazie all’interessamento della Sciopero records, etichetta sempre a caccia di gruppi più propensi alla qualità ed alla libertà espressiva che alle leggi di mercato. E allora Iubal - il “padre di tutti i suonatori di cetra e di flauto” - insegna ai propri figli come conquistare i cuori della gente, e cioè con storie semplici, narrate al ritmo popolare e con lo stile della canzone d’autore. Storie di viaggi per mare, grandi bevute di vino e whiskey, feste, belle donzelle, raccontate per mezzo di una voce capace di assumere toni gravi e allegri in continua alternanza, in un susseguirsi vorticoso di toni vocali.

Ascoltando questo lavoro vengono alla mente Vinicio Capossela in primis, sia per il modo di scrivere la musica che per i testi; poi arrivano i nomi di Francesco Guccini, quello di Paolo Conte, di certi autori brasiliani ed argentini e, per la teatralità e la classe, degli Avion Travel. Tuttavia, al di là delle reminiscenze, i sette sardi riescono anche ad esprimere, negli undici brani del disco d’esordio (ebbene sì: questa è l’opera prima di un giovane gruppo!), una personale cifra stilistica.

Che la barca dei Figli di Iubal navighi nel maggior numero di porti possibile, dunque, perché il carico che porta è notevole. E dove attracca, il suo equipaggio porta sulla terra ferma buona musica e tanta voglia di divertirsi.

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La recensione s/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-10-13 00:00:00

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