Piergiorgio Tedesco Canzoni da una cella Ex-Cel 2016 - Cantautoriale

Canzoni da una cella Ex-Cel precedente precedente

"Canzoni da una cella Ex-Cel" propone una visione del presente terrificante, ma la modernità non è l'unica cosa a fare spavento.

“Che fascino, che classe!” devono aver pensato i telespettatori di Sanremo nel 1983, quando il giovane Nino Buonocore presentava “Nuovo Amore”, brano apripista per la carriera del cantautore. Ecco, purtroppo non è lo stesso per chi si approccia per la prima volta a Piergiorgio Tedesco, che presenta “Canzoni da una cella Ex-cel”. Certo, il rotacismo è sicuramente un elemento - l’unico - che avvicina il noto cantautore partenopeo al nostro ragioniere della musica 2.0, ma quanto a classe Tedesco lascia un po’ a desiderare.

Forse l’errore è affidarsi all’artwork grossolano, o al “concept” su cui è basato il disco, perché nelle intenzioni dell’autore c’è di porre l’accento su come tutti siano diventati un numero nella grande logica aziendale che guida il Mondo. Su come siamo diventati prigionieri di una cella di Excel. Lo esemplificano perfettamente le due canzoni “Colpirne 1 x educarne 100” e “Cella .xls”, dove Tedesco canta “Io vivo in una cella di excell, all’inizio non si stava tanto male, ma una cella tu la puoi cancellare”. Fatto sta che “Canzoni da una cella Ex-cel”, con tanto di typo e giochi di parole nel titolo, è un disco che propone una versione del presente terrificante.

Musiche da piano bar, batterie midi, chitarre elettriche che sembrano prese da una pianola Roland del 1980. Squisita, invece, la maestria del maestro Ivano Amedeo al pianoforte, delicato e armonico nell’accompagnare i brani forse più riusciti del disco: “Ostaggi del Tempo” e “Stella”. Tedesco canta una realtà che lo opprime, con una voce poco amichevole e troppe volte calante. “Canzoni da una Ex-cel” è un gioco, e non può essere preso troppo seriamente, anche se la tematica che tratta è estremamente seria; male interpretata, cantata da un “musicista” del sabato pomeriggio, ma molto seria. Certo, se Tedesco si fosse risparmiato le immagini oscene di “Uh sorridi” questo disco non avrebbe strappato neanche un sorriso.

Menomale che esiste il senso dell’umorismo.

Luogo perfetto per l’ascolto: In un bar della piazzetta di Capri
Perfetta colonna sonora per: un qualsiasi b-movie all’italiana degli anni ‘80

---
La recensione Canzoni da una cella Ex-Cel di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-01-17 00:00:00

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia