Il viaggio per “La Terra di Nessuno” parte da “Bologna centrale” e passa per l'Europa dell'Est e i Balcani, fino al Sud. In valigia gioco, ritmo e spensieratezza; nelle custodie un violino, un clarinetto, una gypsy guitar e un contrabbasso. Il jazz acustico del quartetto Les Touches Louches esplora il Mediterraneo, con sonorità gitane, klezmer e swing.
Le parti strumentali sono infatti protagoniste del disco, con i continui inseguimenti, le rapide rincorse e i duetti tra gli strumenti. “Via vai” e “Nessuno” invece sono i pezzi più cantautorali dell'album: il primo riesce a unire le caratteristiche sonore della band alla cantabilità del testo e alla volontà di toccare temi impegnati con ironia, descrivendo l'accoglienza di un Paese e la voglia di andare via. “Nessuno” è molto attuale: racconta le esperienze, le emozioni e le traversate della speranza dei migranti, persone che “nessuno vede”.
La tecnica è ottima, la produzione è molto buona e i suoni acustici sono valorizzati. Dal vivo il quartetto fa certamente la sua bella figura. Nei prossimi progetti si potrà continuare a cercare il mix perfetto di jazz, parole, orecchiabilità e messaggio, anche aumentando il numero di tracce cantate, visto che – tra l'altro – la voce non è niente male.
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