Compilation indies against IN(VI)DIE 2004 - Rock, Psichedelia, Indie

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Incute un po’ di timore il titolo della prima compilation targata Sub Records. Quel “contro” appare a prima vista come una provocazione, una dichiarazione di guerra. Ma verso chi? Indie contro indie? Che roba è? In realtà c’è quel “vi” in mezzo al secondo “indie”, che trasforma in parte la parola in “invidie”. E allora ecco l’intento più chiaro dei suoi ideatori: promuovere la musica suonata “sul serio”, senza lasciare netta prevalenza alle leggi di mercato e fronzoli vari. Solo sudore, umiltà, voglia di emergere per sostanza e non per apparenza. Nulla da “invidiare”, anzi, ai colleghi più illustri, insomma.

E quelli della Sub, con il prezioso contributo di Candy Records e Audioglobe confezionano un prodotto che raccoglie ventuno tracce di altrettante formazioni italiane. Il meglio dell’indie proposto dalle tre case. Ci sono i nomi già noti, amati, osannati di Marlene Kuntz, Meganoidi, Paolo Benvegnù, Yuppie Flu, Julie’s Haircut, Marta Sui Tubi, Santo Niente e Sux!. Ma ci sono anche e soprattutto le proposte nuove o ancora ignote al pubblico, alcune delle quali dalle prerogative davvero interessanti, per quanto si possa giudicare dall’ascolto di un solo brano, perlomeno. Ecco gli Odorama, con un drum’n’bass e dark seducenti, compresa l’esplosione punk nell’evoluzione del brano “Another”. Arpeggi chitarristici e rullo di percussioni alla Maureen Tucker (Velvet Underground), che sostengono delicate nenie stile Marlene-morbidi o verso i più introspettivi CSI, per gli Inlimine (ma che razza di nome hanno scelto?).

I generi, per precisa scelta degli ideatori della compilation, sono dei più disparati: dal garage-rock al noise, dalla psichedelia al pop, dal rock’n’roll all’hard-funk, dall’indie-rock al techno-metal. C’è poi il genere indefinibile e sorprendente dei Tempo de Mal (new wave, noise, punk, electro??!!). I Marlene Kuntz, la formazione più nota, per ironia della sorte, piazza qui il brano peggiore tra i 21: troppo concentrati sulla narrazione, si sono scordati di curare musica e melodia. I Meganoidi picchiano giù duro con puro hardcore punk, liberandosi dei trascorsi ska e skapunk. Deliziosi come al solito Benvegnù, Yuppie Flu, Julie’s Haircut.

Il resto è da ascoltare e ne vale veramente la pena perché il livello medio dei brani è molto alto. La qualità c’è, spetta poi all’ascoltatore cogliere le emozioni di questo o di quel brano. Di canzoni di cui innamorarsi questo cd ne contiene più di una, basta mettere da parte i “contro” nei riguardi di generi differenti dai propri soliti gusti e prestare ascolto con cuore puro e sana curiosità.

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La recensione indies against IN(VI)DIE di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-11-30 00:00:00

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