I Century sembrano non aver imboccato la retta via, o meglio sembrano non averne presa alcuna, volendo percorrerle tutte.
Ripercorrere i propri passi per trovare un’altra via per chi crede molto nella prima impressione sembra utopia, ed è questo il caso. Nell’album del trio reggiano Century è facile notare come prendere in prestito brani di genere diverso spesso conduca a risultati che non trovano quel collante di cui si necessita per raggiungere un buon livello di congruenza e convincere abbastanza.
Nelle oasi in cui la parte strumentale gode del suo piccolo spazio di coesione questa riesce anche a stuzzicare piacevolmente, ma si scontra troppo spesso con parti vocali demodé. Il vero problema sta nei ritornelli: incertezza che si palesa già nella prima traccia “Singing for the silence” e si ripresenta più pesantemente nella terza, “Solar System”, infrangendo la magia della chitarra acustica e di una voce che fino a lì accompagnava bene le strofe. Sconnessi e proiettati in una serie televisiva degli anni '90, hanno tonalità che mal si sposano con le restanti parti cantate.
La traccia più riuscita è “Ulysses”, in coda all'album, le cui voci nel ritornello, questa volta stimolante, la fanno somigliare leggermente a quella “Ulysses” dei Franz Ferdinand che tutti ricorderanno senza problemi. Non è sempre facile approcciarsi con la musica quando si crede molto nella prima impressione: è amore immediato oppure spesso non lo sarà mai.
I Century sembrano non aver imboccato la retta via, o meglio sembrano non averne presa alcuna, volendo percorrerle tutte. Un gran disordine non solo nel complesso dell’album ma spesso anche all’interno dello stesso brano, la cui confusione viene riflessa sull’ascoltatore. La cosa migliore sarebbe capire su cosa puntare dopo aver raccolto le idee e scommettere su quello.
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La recensione ZENITH di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-11-08 00:00:00
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