Fabio Balmas Band demo 2004 2004 - Rock, Pop

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Tre pesci, due peperoni ed un ciuffo d’insalata. Così saluta il mondo la Fabio Balmas Band dalla copertina del suo ultimo demo. Non so quale ricetta ne potrebbe nascere. Di sicuro, però, se invece di amalgamare gli ingredienti in cucina, scelgo di mischiarli dentro il lettore cd, ecco che inizia a diffondersi attorno un certo aroma. Domestico, riconoscibile e rassicurante. E non per questo banale. Accattivante, semmai, pop rock nato da evidente raffinatezza tecnica e soprattutto dalla voglia di trascinare con ritmo, senza nascondersi dietro eccessi o complicazioni. Perché le note, quelli della Fabio Balmas Band, sanno bene come dosarle nella ricetta dell’orecchiabilità. Non sono mica cuochi improvvisati, loro. Lo si intuisce dalle precedenti esperienze musicali dei componenti. E dal fatto che chi canta non solo compone e suona, ma ama anche dipingere. Così la band libera nei suoni quell’immaginazione propria di chi è abituato a trasformare il rumore bianco di una tela nello schianto di forme e colori.

Bella l’architettura che tiene su questo demo. Solida, fatta da quattro colonne portanti che potrebbero però sostenere un edificio anche più grande e complesso. Quattro brani, infatti, non saziano. Lasciano solo l’acquolina in bocca. Uno, in particolare, resta impresso. “Sky”, col suo bell’arpeggio iniziale, subito seguito da un basso corposo che guida verso l’enfasi della parte centrale. Un bel pezzo. Quasi un piatto unico, in cui tutti gli elementi del sound della band si fondono, diventando l’emblema del loro groove. Non sfigurerebbe affatto nei passaggi radiofonici dell’italian rock melodico. E magari renderebbe quegli stessi passaggi pure più interessanti.

Il loro è un groove melodico, un misto di rock e vaga allegria funky, per ciò che con funky normalmente s’intende: ritmica che subisce le influenze di molti generi musicali (latina, pop, jazz). Corposa e trascinante, a questo proposito, la seconda traccia, “Io posso”, con un basso deciso e divertente. Ripeto, nessuna complicazione vi distoglierà dal ritmo di questi brani. Men che meno i testi. La Fabio Balmas Band si ascolta con la leggerezza di chi ha voglia di saltellare un po’, lontano da pensieri cupi. Perché anche se i testi citano frasi come “Io vivo senza regole, non faccio niente di costante” o “Te ne vai, non ci stai, te ne vai…”, pienamente figli di menate quotidiane a noi tutti ben note, sono testi che non pretendono altro. Il senso è che la parola suona. Come un qualunque altro strumento. E la voce, pulita ed affabile, qui se ne fa buona interprete.

C’è dunque un che di Vasco ma anche di Tom Waits, un po’ di Police, Dirotta Su Cuba e Ligabue. Ma soprattutto ci sono loro, la Fabio Balmas Band. La strada è giusta. E si spera che sappiano sperimentare loro stessi ancora di più, senza paura di giocare con intelligenza dentro un rock italiano che ha bisogno e tanto di schiaffi, stupore e poco timore reverenziale.

Tre pesci, due peperoni ed una foglia d’insalata. Buon appetito.

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La recensione demo 2004 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-12-13 00:00:00

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