lince Lincertezza 2016 - Rap, Hip-Hop

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“Lincertezza” è il disco che parla per una generazione, di quelle cose che sappiamo già, ma che non siamo capaci di dire. Schietto e pungente, LINCE invece si.

Dopo anni di attività nella scena underground con il collettivo Milizia Postatomica, il rapper torinese Lince (al secolo Michael Lorenzelli) pubblica questo lavoro solista per One Love Movement mettendo in rima “Lincertezza” della sua generazione.
Un sentimento condiviso da molti, diviso tra la voglia di essere soltanto se stessi e il rifiuto di omologarsi a una società bruta e corrotta, l’impresa di sopravvivere in un mondo “Fatto male” e pieno di dubbi sul futuro. Tanti i temi affrontati, ognuno con la sua importanza nel prismatico convivere di drammi in uno stesso individuo: ci sono l’illusione e la disillusione, l’introspezione e la critica al mondo circostante, così privo di empatia e pieno di maschere nei luoghi reali e virtuali che viviamo tutti i giorni. E così l’attacco ai social, all’economia, alla politica, alla globalizzazione (“Io fotto, tu fotti, egli fotte” con Willie Peyote), all’idiozia del cittadino medio e del sistema sociale affatto funzionale, fino a toccare argomenti drammatici come il commercio del sesso e la disoccupazione cronica nel nostro paese con i due crudi ma bellissimi storytelling del disco (“Sonia” insieme al maestro Murubutu e “Geordie”).
Uno sguardo anche al panorama del mondo dello spettacolo e dei colleghi del rap in un’invettiva senza mezzi termini in “Fatto male”, dove le opinioni escono allo scoperto in un flusso senza fine di rime affilatissime, le stesse che prendono un tono di malinconia quando anche l’amore diventa incerto, trasparente e irrazionale, visto dall’interno (“Adesso tu”, “Muori un po’”) e dall’esterno (“La teoria dei buoi”).
Nel mare di nichilismo e di insoddisfazione, una dedica alla propria città dove “Malincocity” è Torino, e alla propria famiglia in “Vorrei tenervi in tasca”, tirando fuori dal male di sempre una gratitudine pura, in preparazione alla traccia di chiusura, rivolta a tutti: “Mettiti le ali” è la liberazione del sé in un riscatto da tutto questo.
È molto difficile scegliere il brano migliore: sono tutti differenti nelle tematiche e nella costruzione musicale, alcuni incontrano il sound più moderno della scuola trap, altri sono fedeli all’hip hop della tradizione, gli strumenti sono dinamici e si adattano allo scheletro dei brani su cui si inseriscono in modo del tutto naturale la metrica e il flow di Lince. Si percepisce l’esperienza dell’ascolto e un impegno nella tecnica che lo ha portato a perfezionarla, per renderla plasmabile su ogni tipo di beat, dandole una personalità anticonformista, irriverente e sarcastica per un effetto deciso sull’ascoltatore.
Un disco di spudorata autenticità.

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La recensione Lincertezza di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-01-17 00:00:00

COMMENTI (1)

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  • umbertoekom 7 anni fa Rispondi

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