E' l'inconfondibile stile dei Nomadi, semplice ma d'impatto, che ci accompagna per l'intero disco; e noi rimaniamo incollati ad ascoltarlo, attenti a non perdere neanche un minuto della storia che hanno da raccontarci, cosi' ricca di spunti per riflettere, per ricordarci la grandissima importanza della vita. Cosi' partono dalla disperazione del condannato a morte, impotente verso il proprio stesso destino, passando poi all'importanza che ha l'affetto degli amici, fino al rispetto delle tradizioni secolari di un popolo, di una tribu' a cui non deve mai mancare la liberta' di vivere... Sogno o realta', i testi dei Nomadi sono sempre molto poetici ed introspettivi; hanno infatti fatto la fortuna di questo gruppo dalla lunga storia. Pero' attenti a non lasciarsi trasportare troppo da questi moralismi magari a volte cosi' evidenti da lasciare l'amaro in bocca. Forse questa "storia da raccontare" sa un po' di gia' sentito? L'originalita' non e' certo a grandi livelli; c'e' da tener presente anche che il vastissimo e affezionatissimo pubblico di questo gruppo non accetterebbe per niente al mondo che i Nomadi fossero diversi da come sono. Allora per non rischiare e magari cadere malamente, meglio rimanere fedeli alla propria ricetta musicale, consapevoli pero' di risultare un tantino per cosi' dire "passati". Sara', ai posteri l'ardua sentenza; un elogio particolare va comunque alla canzone "Ti lascio una parola (Goodbye)", dalla notevole spontaneita' e ricca di sincere emozioni.
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credo di non aver mai odiato un gruppo quanto i nomadi, anzi posso tranquillamente dire che per me la più brutta canzone italiana di sempre è "io vagabondo", quando la sento mi vengono i crampi allo stomaco e i conati di vomito.
> rispondi a @nickobleah!
:=
il prossimo passo sarà recensire lo zecchino d'oro.
> rispondi a @gabrielchemmerda
nooooooooooo!!! avete baccato una recensione di Camillo!!! storico!!!! stampate ed incorniciatene tutti!!!! :[
> rispondi a @elisa...i nomadi sono il primo gruppo di cui ho memoria live.... ero una piccola bimba che scorrazzava sotto il palco nella verde emilia, davanti a daolio... mi ricordo che strano era vedere che le voci delle cassette di mamma e papà avevano un corrispettivo umano...
poi sono diventati quello che tutti avete sotto gli occhi, ma per me i nomadi sono quelli di "Utopia", della gucciniana "Ofelia" e di "Come potete giudicar". e ci sono affezionata.