bkpr II 2016 - Folk, Acustico, Slow-core

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Melodie acustiche e la calma immobile e imponente della natura, sensibilità e naturalezza sono gli ingredienti di “II” di bkpr.

Il cane che abbaia in "01 Luglio 2016, 14:28" si confonde con quello che sento fuori dalla mia finestra; il cinguettio degli uccelli sembra riprodurre quello dei pappagalli sull’albero che scorgo tra le tende della mia stanza. “II” di bkpr (che, come dice lui stesso, si legge “beekeeper”) si apre proprio come un paesaggio naturale davanti agli occhi e alle orecchie.
La natura che descrive è calma e apparentemente immobile, come quella di “Comete”, che si regge su semplici accordi di chitarra acustica e una voce delicata e grezza. “Ti sento” segue la stessa scia e parla d’amore con sensibilità e naturalezza. Sono questi due ingredienti che rendono il disco speciale, abbastanza rari da trovare ormai, e che caratterizzano tutti i brani.

Così “Maggio” è la nostalgia di ricordi persi, colma di un autobiografismo mai eccessivo, ma comunque evidente. “Corteccia” riprende il legame con la natura dell’inizio, perché “vorrei essere un albero incosciente di esistere”, ché a volte sarebbe davvero la cosa migliore l’incoscienza. Tutto il testo sembra una poesia, un inno alla natura, alla sua forza, alla sua bellezza e alla sua ferma imponenza. “Petrichor” è il “profumo della pioggia”, rievoca ricordi e sensazioni, come un’epifania proustiana che d’un tratto riporta alla natura e avvolge l’essere umano nella sua interezza, richiama gocce d’acqua, alberi e sembra poter fermare il tempo per un attimo, perché “cresce l’albero che ha radici profonde”. E il senso è tutto qui, nell’importanza di non dimenticare da dove veniamo.

“II” è un prodotto homemade (e si sente, con i suoi pregi – l’ingenua naturalezza – e i suoi difetti – alcuni brani sembrano incompleti) e nato probabilmente dal desiderio di esprimere se stessi, parlare a qualcuno, farsi ascoltare e magari suscitare condivisione in chi ascolta. Non soddisferà chi cerca una musica energica e potente, ma piacerà a chi apprezza la genuinità, la naturalezza, la profondità di melodie lente e di parole sensibili. Si può migliorare, ma le basi sembrano solide.

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La recensione II di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-01-03 00:00:00

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