violacida La Migliore Età 2016 - Cantautoriale, Indie, Pop rock

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Alla fine chi se ne frega dell'età, ciò che vale veramente è dare il giusto peso alle cose.

Il secondo disco realizzato con Musicraiser e pubblicato da Maciste Dischi dei Violacida si intitola "La migliore età" ed è un antidoto ad effetto istantaneo contro l'inedia mentale. 11 canzoni a macchie scure su sfondo azzurro, un volume di note naif che fanno alzare lo sguardo in alto e respirare ondeggiando, sperare in qualche ora di sereno.
C'è qualcosa di psichedelico in questo disco che arriva invece a lento rilascio, placidamente cullato da suoni più sintetici rispetto al precedente "Storie mancate", le chitarre piene di fuzz sono pupille dilatate contro una luce mai vista, è limpido il modo di comporre i brani, nei testi tanta voglia di fuga.
In quel periodo della vita che va dai 20 e i 30 anni serve qualcosa che ti liberi dagli inevitabili e noiosi fardelli di ogni giorno, c'è già tanto da fare per crescere e basta che una canzone è fondamentale per non soffocare, serve cercare un "Sentiero" nel cielo nel quale cantare:"...forse non potrai capire e io riuscirei a spiegare ma non penso di sbagliare se mi perdo a immaginare" in un air-pop etereo da pelle d'oca.

Sono la noia e l'alienazione i mali peggiori del quasi uomo per i Violacida, il trittico d'apertura del disco spara ad altezza uomo il malessere e i farmaci placebo per curarlo, dal terzinato venato di Verdena di "Canzone della sera" in cui c'è l'abbandono alla condizione di mutante umano in un mondo sgonfio, al "Temporale" che corrode le coscienze, chissà se bere la pioggia aiuta a lavarsi da dentro le menate, di certo usare il mondo come un "Contraccettivo" e chiudersi nei libri o nei film solleva, ma non cura. I 4 ragazzi di Lucca hanno le radici nel folk ma in questo nuovo lavoro toccano sonorità sperimentali evolute, i riverberi diventano infiniti, le vibrazioni strettissime delle chitarre elettriche sono come sirene che svegliano, ogni strumento produce un suono che quasi mai è lasciato naturale, ogni momento è curato per dare il massimo in espressività. Lasciati attraversare dalle cose, non cercare di cambiare ciò che non può essere cambiato ma cammina una spanna da terra sognando, fuggi con la mente e fuggirai anche fisicamente. Un giorno. "La migliore età" sarà quella distante da tutto, quella in cui te ne freghi di qualsiasi cosa ed accettare il nuovo diventa una prassi.
La chiusura di questo disco è spirituale e speranzosa: "Indifferenti", ballata voce e chitarra piuttosto mononota che esorta a cambiare il mondo senza preoccupazioni ed "Il fiume", che invece sembra un canto da oratorio, corale, con uno spirito alla Rino Gaetano dove l'essere freak diventa una regola.

Quest'album è una prova di crescita per i Violacida, la produzione di Manuele Fusaroli impacchetta per bene le idee già ottime della band e il risultato è ottimo. Perché alla fine chi se ne frega dell'età, ciò che vale veramente è dare il giusto peso alle cose.

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La recensione La Migliore Età di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-11-30 00:00:00

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