Indietronica dalla provincia di Mantova. Gli Hot_Vov, ovvero Enrico e Andrea Colombo, sfornano dal loro masterizzatore questo cdr fatto con il cuore pieno di transistor e l’anima infarcita di plug-in. Nulla di nuovo, ma lo fanno con un certo stile e molta attenzione ai dettagli. Nelle loro camerette, con la nebbia della pianura che incombe fuori dalla finestra, lavorano ad un suono misto di ritmiche di scuola Morr Music e reminescenze synthetiche anni ottanta. Quello che viene fuori sono le sei tracce che si ascoltano in “Foggy Night Crash”: un perfetto disco da mettere su mentre si fa dell’altro (…e, sia chiaro, questo è un complimento).
Giocano col passato i due: campionano "Marquee Moon" dei Television e non se la cavano male, destrutturandola nel loro stile fatto di synth come se fossero spettri e linee di basso che sembrano uscite da un disco dei Bronski Beat. Non è però revisionismo il loro, anzi, si concentrano sulle batterie elettroniche di taglio Rebirth e riescono a fare un lavoro che non rischia di essere già sentito. Sanno lavorare coi silenzi e le pause, avvicinandosi ad un certo minimalismo di gruppi come Mùm e Autechre. Spunta in "quiet night" qualche eco di tromba, cosa che dà al pezzo il calore che tante opere di questo tipo stentano a trovare. Si sente che non sono proprio alle prime armi, essendo uno un ex noise-rocker folgorato sulla via di Damasco dai dischi dei Matmos e dei Boards of Canada, e l’altro con un passato di gavetta da DJ del bar sotto casa.
Fanno un buon lavoro, e lasciano sperare che anche in Italia si possa provare a fare altro invece che le cover di Ligabue. Io li ascolto, e mentre rifaccio il letto della mia camera sono contento.
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