ZEBRA FINK Zeno 2016 - Rock

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Un album essenzialmente rock, nell’accezione migliore del termine. Un lavoro non troppo originale, ma di certo onesto, diretto e primordiale.

A quasi quattro anni di distanza dall’ultimo album, chiamato “L'era del porno amatoriale”, che poteva vantare, tra le altre cose, una copertina significativamente esplicativa, la band piacentina torna alla ribalta con un lavoro che possiamo definire essenzialmente rock, nell’accezione migliore del termine. Le sonorità vigorose e poco concilianti di questo lavoro, direttamente riconducibili alla scena musicale anni Novanta, sembrano ricercare, attraverso una scrittura coesa e per nulla compiacente, un’espressività forse non particolarmente originale e contemporanea, ma di contro onesta e primordiale.

Accanto alle grandi distorsioni, sostenute da un impianto ritmico solido e roccioso, possiamo ritrovare aperture melodiche assolutamente gradevoli, a volte persino emozionanti, quasi sempre appannaggio di una voce graffiante e perfettamente bilanciata, anche se spesso troppo tesa ed urlata, poiché poco incline ad una ricerca d’intimità che potrebbe essere coerente con le storie che racconta.

Testi e musiche rivelano, con sincera e genuina coerenza, una necessità e urgenza comunicativa ben distante da quella falsa e ipocrita attitudine alternativa, in realtà molto protesa verso la ricerca ossessiva di un appeal radiofonico, che ha contraddistinto troppe band nate e cresciute dopo lo sparo del fucile di Kurt Cobain. Un simile approccio, se da un lato merita rispetto per l’anacronistica capacità di rafforzare con qualità e convinzione un modello già ampiamente sperimentato, dall’altro, come è logico aspettarsi, non riesce a stupire, dando vita ad una formula mai particolarmente innovativa, sotto il profilo musicale e testuale.

“Zeno” è senz’altro un album scritto bene ed interpretato con carattere e talento. Rimane il fatto che l’enfasi interpretativa del cantante, piuttosto che la timbrica della chitarra o le accelerazioni ritmiche della batteria, possono apparire, a tratti, come soluzioni persino piuttosto demodé, difficili da collocare con efficacia e curiosità nell’attuale panorama musicale. E questo, per certi aspetti, potrebbe non essere per forza un male.

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La recensione Zeno di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-12-16 00:00:00

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