Telegram s/t 2005 - Rock, Pop

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Claudio Valente e Nicola Gomirato sono attivi da molti anni nella scena musicale di Mestre e dintorni. Il progetto Telegram nasce come evoluzione dei Festamobile. Può darsi anche che qualcuno della zona li abbia visti suonare, un paio d'anni fa, d'apertura agli ottimi The Ark. E così, d'acchito, un contatto con il gruppo svedese è sicuramente rintracciabile. La prima preoccupazione in questo disco, distribuito da "High tide", è infatti la forma della popsong, con tutti i suoi trucchi e i suoi fragili equilibri. Ma questa ricerca non si riduce ad una facile orecchiabilità: essa si rifà al suono degli anni gloriosi del rock - prima i grandi padri degli anni Sessanta, e poi, risalendo nel tempo, il glam, la dark, la new wave.

Si sente che i due di musica ne hanno ascoltata tanta. E' possibile trovare sin dai brani d'apertura ("svegliami", "giorni") un'indiscutibile qualità delle parti chitarristiche, delle orchestrazioni e degli arrangiamenti, che si intrecciano a creare un suono molto ricco di sfumature, in cui possono trovare ugualmente posto chitarre in reverse e "violini lontani" ("novecento"). Questa ricchezza sonora, curata col produttore artistico Alessandro Pizzin, si trova sia nei brani elettrici ("ferito", "splendidi inutili") che nelle ballate più raccolte, per sfociare infine nel flusso di coscienza di "invernomuto". I testi di Claudio Valente sono attenti alle tematiche metropolitane - dalle loureediane incursioni "on the wild side" di "il re del rock & roll" e "poveredistelle", agli homeless di "casasenza".

Per paradosso, forse è proprio la ricchezza dei suoni ad appesantire a tratti l'ascolto, ed a mascherare l'ottima fattura dei brani.

Questo è un peccato, perché il disco è pieno di sfaccettature e di dettagli interessanti. Tanto che dopo ripetuti ascolti, fatico a definirne il genere, a trovare dei punti di riferimento evidenti. Si tratta, dopo tutto, di rock - ma fatto da gente che lo ascolta da sempre, e dunque riesce ad intrecciare armoniosamente fili preziosi e diversi.

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La recensione s/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-01-14 00:00:00

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