Espada Love Storm 2016 - Rock, Folk, Alt-country

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Un esordio brillante nella tradizione della canzone americana, dal folk-rock all'alt-country

Ogni qual volta mi capita di imbattermi in una band italiana che flirta con sonorità rock tipicamente d'oltreoceano, mi scende idealmente la classica lacrimuccia. Essendo infatti io un maledetto nostalgico, mi rendo conto che, superata la soglia degli anta, è bene fare tesoro di band come gli Espada; i quali, senza alcuna remora, esordiscono con 7 brani "il cui filo conduttore è rintracciabile nella grande tradizione della canzone americana, dal folk-rock all'alt-country". Più o meno come per i Three Blind Mice (e gli ormai dissolti Circo Fantasma?), "Love storm" non si vergogna affatto di trovare ispirazione in quei modelli citati qualche riga fa.

L'importante, però, è apparire credibili di fronte all'ascoltatore, ché in fondo è questa la cosa che conta. E la formazione guidata da Giacomo Gigli non delude affatto, dimostrandosi all'altezza di quanto dichiarato nelle note stampa. Peccato che per tutta la durata del disco solo nell'iniziale "Hard times" la band affili le lame (meglio: le corde) lanciandosi in una sfuriata rock'n'roll che ricorda molto da vicino la matrice stilistica dei Social Distortion. Dirò di più: visti i risultati non ci sarebbe dispiaciuto sentire altri episodi sulla stessa falsariga, ma ciò non toglie meriti al resto dell'opera, costruita su brani mid-tempo e ballad dall'impatto immediato, dove scrittura e arrangiamenti ci paiono davvero superlativi, qualitativamente alla pari se paragoniamo "Love storm" a lavori di artisti e/o band che bazzicano nello stesso ambito.

Ad esempio, Chris Isaak farebbe carte false per avere oggi in repertorio canzoni come "Dwayne" e "The well", mentre "The number" non sfigurerebbe nel repertorio di Tom Petty. "Young and devious" appartiene alla categoria di ballatone alla Son Volt e la successiva "Heart of ice" si muove su un terreno già battuto dai Calexico. Ma qui c'era una sola sfida da vincere, quella di apparire credibili, come scrivevo nelle battute iniziali; e gli Espada non mostrano il minimo cedimento, mantenendo saldo il livello delle aspettative durante tutto l'ascolto del lavoro.

Bene, bravi e attendiamo fiduciosi il bis.

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La recensione Love Storm di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-04-26 00:00:00

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