GOMMA Toska 2017 - Punk, Emo

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Una band che non delude le aspettative che si erano create intorno a loro. Un disco che esplode di rabbia nostalgica e di malinconica violenza. La musica è la vera terapia per riempire i vuoti e per sconfiggere la solitudine e la paura del futuro.

“Al suo grado più lieve è un dolore sordo dell’anima, un desiderio senza oggetto, uno struggimento che duole, una vaga irrequietezza, uno spasimo mentale, una brama. In casi particolari può essere il desiderio specifico di qualcuno o di qualcosa, nostalgia, mal d’amore. Al suo grado più basso, diventa ennui, noia”.

Con queste parole lo scrittore Vladimir Nabokov descriveva la toska, una parola russa che in italiano non possiede una traduzione valida a spiegarne o almeno a tentare di estrapolarne il significato. Una sensazione che è molto di più della nostalgia, una grande angoscia che affiora nel nostro interno senza apparente motivo. A un livello meno ossessivo si traduce in una sorta di pena dell’anima, un’attesa di qualcosa che in realtà non esiste, una bramosia inappagabile, un senso di irrequietezza, un insolubile supplizio mentale.

Il primo vero botto di questo 2017, dunque, lo fanno i Gomma. I quattro ragazzi della provincia di Caserta tirano fuori un disco cult, che sintetizza pienamente le storie, i drammi, le emozioni che si celano dietro le loro personalità, ma si rivelano potenti, fragorose, vibranti nella loro filosofia musicale. È così che già dalle prime note di "Alice scopre" emerge la narratività singolare e personalissima di questa band, la forte emotività e un carisma elevatissimo per la loro giovanissima età. Qualità che avevamo già avuto occasione di elogiare sin dall'uscita del singolo "Aprile", brano commovente e disperato in grado di raccontare in maniera suggestiva e con parole semplici la fine di qualcosa, la presa di coscienza di una distanza, una mancanza che non si può accettare.

Nei testi e nella voce di Ilaria Formisano ci sono una rabbia e una grinta che ti arrivano dritte in faccia come uno schiaffo, una ribellione costante che ricorda a tratti alcuni bei pezzi delle Sleater-Kinney di qualche anno fa. Il vero inno dei Gomma, nonché già cavallo di battaglia che ha anticipato l'uscita del disco, è senza ombra di dubbio la meravigliosa "Elefanti", un tributo a Godard e al suo film-capolavoro "Fino all'ultimo respiro" del 1960.
La chitarra di Giovanni Fusco si fa sempre più matura di brano in brano, è in grado di cullare dolcemente con melodie che accarezzano atmosfere degne degli American Football, ma che ricordano anche alcune sfumature dei compagni di etichetta And So Your Life Is Ruined. Chitarra che diventa violenta e letale come una coltellata in brani come "Arrendersi", alla quale si incastrano perfettamente le linee di basso e la batteria, dove il ritornello "Soffochiamo nel buio degli impulsi, prendiamo aria solo arrendendoci, scompariremo nel buio tra gli impulsi, riappariamo solo con la resa", viene ripetuto fino allo sfinimento emotivo.
"Alessandro" è l'altro piccolo capolavoro di "Toska", sintesi perfetta di tutte le migliori caratteristiche della band, dove la voce, l'emotività e la teatralità della vocalist toccano livelli artistici molto alti. La chiusura è affidata ad "Alice capisce", pezzo che riprende il filo del brano d'apertura, ricollegando il fitto intrecciarsi delle storie di vita, disagio e provincia che il quartetto casertano racconta splendidamente. Una menzione d'onore va fatta per "Vicolo Spino", la vera chicca del disco, un quadro essenziale e denso di quello che sono e saranno i Gomma.

Questi quattro ragazzi, entrati in punta di piedi lo scorso anno nel panorama indie italiano con il loro coraggioso e moderno emo-punk, sono stati in grado di concepire un disco che può dare una scossa sincera ad una scena musicale che ultimamente, nell'operazione nostalgica di recupero della sensibilità, rischia di dimenticarsi di un elemento importantissimo, la sincerità. I Gomma sono sinceri abbastanza da apparire a tratti ingenui, ma con una spontaneità e un'incoscienza che ne costituiscono il vero valore artistico. In "Toska" hanno trovato il modo, con la loro musica, di riempire i vuoti che ci sono tra loro e il mondo, tra loro e le altre persone, tra loro e la realtà, tra loro e il futuro, facendosi scudo con uno stato d'animo dalle ricche sfumature. In altre parole, se vi fate prendere dalla toska, sono problemi seri. 

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La recensione Toska di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-01-30 00:00:00

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