Dj Argento è, per chi ancora non lo conoscesse, uno tra i dj e beatmaker più rispettati in questa scena di rap italiano che ci troviamo. Dopo anni di attesa e di produzioni da conto-terzista per artisti come Kaos o i Colle der Fomento, il primo disco ufficiale è qui. Ad aprire quella che sembra quasi una capsula del tempo a ricordarci come suonasse il rap prima del 2012, prima dell'arrivo delle 808 e delle luci viola, è una lunga serie di trick inanellati da Dj Craim; a seguire quello che è forse il brano più bello e atteso del disco: "Canale 0 pt. 1". Dalla produzione alle strofe, tutto è presentato senza pecche. Le quattro strofe scorrono una dopo l'altro, martellando l'orecchio, ricordando i toni distopici di lavori come Artificial Kid 47.
Il suono di Argento è un suono classico, coeso, perfetto per le teste hip hop e c'è sicuramente della consapevolezza in questo: la tracklist fotografa una generazione, quella over 30, che si cimenta nel chiudere rime su rullante e cassa in modo precisissimo, lasciando poco spazio a qualsiasi altra cosa. Hardcore rap in ogni sua sfaccettatura, beat molto spesso duri, ma sempre adatti all'ospite di riferimento: ecco il segreto per avere sul proprio disco artisti come i DSA Commando ed Esa, Banana Spliff e Claver Gold, Metal Carter e Don Diegoh, facendo suonare il tutto come fosse la cosa più naturale possibile. Per rendere l'idea della consapevolezza che guida questa precisa scelta, scegliamo come immagine lo skit: nella migliore tradizione hip hop, alcuni artisti chiamano Dj Argento dicendo la loro sul disco, chiude la serie di saluti Turi (grande assente del disco) con un autotunnato: "Dj Argento e Turi con lo stile spaziale, anche se l'autotune a noi ci ci fa cacare". Un'intuizione che in un colpo solo coglie la distanza tra una generazione di rapper e l'altra, tra due diverse attitudini e modi di vedere. Il tutto non senza una certa (auto)ironia. Chapeau.
Certo, più di qualcuno può sbuffare e storcere il naso, pensando a un disco così purista nei suoni nel 2017, ma Dj Argento è esattamente questo nell'attitudine: rullanti solidi e campioni ricercati che non fanno la banderuola per grattare qualcosina in più. È passata l'età dei dispetti, dice El Presidente in "Fuoco fuoco fuoco", ed è effettivamente così: un disco fatto da rapper adulti per un pubblico probabilmente più grande dell'ascoltatore medio di rap italiano. A chiudere il cerchio, ci pensano gli ottimi remix di Ice One e Sunday. Efficaci, praticamente ideali per il lato B di qualche sette pollici, di quelli su cui un dj è solito sistemare la puntina prima di partire con gli scratch.
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