Es-Anima Taedium Vitae 2016 - Rap, Alternativo, Post-Rock

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Agonia senza fine per un secondo disco dalle atmosfere psycho-rap deliranti e scure. Forse troppo.

Difficile immaginare dove si trovi la sorgente di tutta l'oscurità da cui si sviluppa la musica di Es-Anima ascoltando questo disco intitolato "Taedium Vitae". Si viene avvolti da un'angoscia e uno sgomento senza fine e viene automatico chiedersi se veramente c'è bisogno di così tanta cupezza tutta assieme.

Il secondo lavoro di questo rapper-cantautore leva ogni speranza a chi volesse tentare di immedesimarsi nel protagonista delle canzoni. Un disco diviso tra nichilismo incondizionato e consapevole decadimento, in pratica la morte del pop. Definire "Taedium Vitae" un disco rap è riduttivo, nel complesso sono in maggioranza le sonorità sludge-psycho rock (i Melvins strabuzzerebbero gli occhi), alle quali si sovrappongono testi recitati, rappati, cantati, urlati, vomitati.

Si spegne la luce e si inizia con "Miserie", tanto bella quanto tagliente, una poesia alla donna che non c'è più, una figura maledettamente eterea che rende il cantautore del tutto inerme e capace solo di disperarsi. Un linguaggio quasi emo-core (che si ritrova un po' in tutto l'album) e il rap melodico di "Il Ventre Del Mare" si mischiano a creare sensazioni di serena fine e autocommiserazione, che completano la loro strada in "Relitto di Tristezza pt.2", secondo capitolo di un brano presente nel precedente lavoro del musicista toscano: "I morti piangono/mi fissano dormire in me/come vorrei trovarti ancora/rimani come sei in un mondo che non hai", le incoraggianti parole di incipit del brano, e siamo solo all'inizio. Il coraggio di Es-Anima è encomiabile, mettere così tanti sentimenti negativi in un lavoro musicale è un'operazione di sfida, che forse supera la necessità di espiazione e sfogo, ma mette davvero alla prova l'ascolto dall'inizio alla fine, che potrebbe effettivamente portare a scompensi di autostima e desideri di egopuntura senza senso.

Qualcosa va migliorato, oltre che nell'umore, anche nel missaggio e negli arrangiamenti: sono molti i punti in cui manca equilibrio tra le componenti musica-voce nei brani. Superare sereni le prime 5 tracce è già un traguardo ("Caraphernelia" per altro, nella parte rap non è niente male), ma la vera mazzata arriva con la title-track che spacca il disco e la voglia di vivere. La canzone "Taedium Vitae" infatti, è una salita di 8 minuti verso il monte Calvario della malinconia, gli arpeggi si fanno noise, il noise si fa lo-fi distorto, il lo-fi distorto si fa delirio di squarci sonori terrificanti molto più vicini al rumore che alla musica. Frustrazione. Da qui in avanti le speranze, per chi canta, suona e ascolta sono andate a farsi fottere. "Annientami Ancora", "Distaccamentismo" e "Litania Di Un Martirio" sono titoli già esaustivi per descrivere il mood che contengono e trasmettono, ovvero agonia, agonia e ancora agonia. Del secondo disco di Es-Anima tutto si può dire ma non che sia un disco facile e che si brucia subito, le canzoni vanno soppesate e dosate come farmaci, un sovradosaggio sarebbe fatale per i deboli di cuore.

Lo stile mescolato di rap-melodia e cattiveria metal ha una sua forza peculiare e le interpunzioni elettroniche rendono quel tocco sperimentale che non disturba, ma anzi arricchisce. Manca ancora l'equilibrio però, sia nelle composizioni che nel profondo di chi le produce, un'oscurità così ostentata è esagerata e finisce per diventare stucchevole macchietta emo. Tenere fuori dalla portata dei bambini.

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La recensione Taedium Vitae di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-03-29 00:00:00

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