Not a sad story Olga 2017 - Rock, Elettronica

Olga precedente precedente

Un lavoro di qualità, dove non c'è un brano che spicca fra gli altri ma in cui ogni frammento sta esattamente al suo posto

Arriva da Palermo, parla l'inglese della scena musicale anglosassone e racchiude in sé influenze e tendenze che attraversano almeno gli ultimi tre decenni: è "Olga", l'album di esordio dei Not a sad story, duo siciliano composto da Daniele Stagno e Filippo Cimino.

Un disco che, per questo, è difficile etichettare sotto una precisa categoria musicale. Sonorità elettroniche, alternative rock, gothic. La verità, alla fine, sta nella frase con cui il duo presenta se stesso: "Olga è l'esaltazione di gusti personali, di origine elettronica, rubati nel tempo".
E basta fare un giro sulla loro pagina Facebook per trovare (quasi) tutto ciò che c'è anche nei sette brani dell'album: da Jon Hopkins ai Verdena, dai My Bloody Valentine a David Bowie.

Molti spunti, quindi, amalgamati dentro una sperimentazione sonora ben riuscita, capace di evocare scenari interiori di indefinitezza, di un viaggio fatto di inquietudine, ossessioni e smarrimento al limite della follia.
"Now that loose control what will I need?" ripete la frase che chiude l'ultimo brano del disco ("Terminal") mentre il crescendo del pezzo esplode nel suono distorto di una chitarra elettrica.

"Olga", da questo punto di vista, è per i Not a sad story un ottimo punto di partenza: un lavoro di qualità, dove non c'è un brano che spicca fra gli altri ma in cui ogni frammento sta esattamente al suo posto. Testimoniando l'accuratezza della ricerca musicale (anche nel virtuosismo di una voce acuta e distorta) e offrendo la possibilità di un ascolto pieno, da cui farsi avvolgere e trasportare per l'intera durata del disco.

---
La recensione Olga di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-05-03 00:00:00

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia