ALBERTO GESU' SANTI E SIRENE 2017 - Cantautoriale

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Navi che affondano, storie da raccontare. E un Alberto Gesù in gran forma.

C’è una nave che affonda, quella ritratta in copertina. Poi c’è un cantautore armato di storie da raccontare. Storie di solitudini, di tempo che passa, di truffatori vestiti con l’abito talare, di politici inetti e di notizie propagandate dal telegiornale di turno. “Santi e sirene”, tutti assieme appassionatamente intenti a navigare a vista, mentre il mare si incazza e inabissarsi è molto più di un rischio.

Alberto Gesù, al secolo Alberto Cozzi, canta se stesso. Il suo punto di vista, quello di chi rema controcorrente, di chi parte senza una meta prefissata e arriva in nessun posto. Ma non da solo. E con più di un’idea in tasca.

Fabio De Min dei Non voglio che Clara dirige le operazioni dall’alto del mixer, il Cozzi ci mette olio di gomito. I due staccano la spina, depositano sul tavolo una strumentazione essenziale composta da chitarra, violino, bouzouki e poco altro. Spontaneo pensare a Vinicio Capossela ma è solo l’istinto: presto ci si accorge che tra le canzoni del musicista veneziano vive un po’ del mood dell’ultimo Iacampo e che la tradizione, quella italiana, quella del Meridione in particolare (in fondo, il bouzouki è il fratello maggiore del mandolino), gioca un ruolo determinante. Il suono che ne esce fuori è il suono dei cantastorie, dei menestrelli, nel quale Alberto Gesù si immerge fino al midollo tirando fuori dieci ballate delicate e talvolta ricche di interessanti impasti canori, come nel caso di “Imparare a nuotare”, amalgamate tra tocchi di vivacità (“È lunedì”) e di malinconia (la conclusiva “Smettere di fumare”).

“Santi e sirene” è il terzo album di Alberto Gesù, un disco importante all’interno del perimetro artistico calpestato dal cantautore veneto per la scrittura brillante, per gli arrangiamenti impeccabili e fuori dagli schemi consolidati della scena indipendente tricolore. Senza dimenticare la bontà dei testi, impeccabili ed ironici, agili nel ribadire che la vita va vissuta fino in fondo, all’insegna del Carpe Diem. “Ho una valigia pronta per partire, ma se parto non so dove andare. ‘Non so cosa ti perdi’ me lo hanno detto in tanti, e allora vado via”. Può bastare?

 

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La recensione SANTI E SIRENE di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-05-24 09:00:00

COMMENTI (2)

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  • 1911dc 6 anni fa Rispondi

    Bellissimo album! complimenti.
    almeno un paio di canzoni sono già tra le mie preferite!

  • marcobelluzzo 7 anni fa Rispondi

    Complimenti è da vecchi !!! Siete al TOP è un giudizio che rende... e svecchia!
    Che produzione... e questa è una fortuna, che ti meriti. Il Veneto degnamente rappresentato.
    Buone soddisfazioni.
    Marco