Lethal V Veecodin 2017 - Rap, Hip-Hop

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Dosi di buona musica in pillole di “Veecodin”: ovvero, come assumere rap senza controindicazioni nell’ultimo album di Lethal V

Letale di autore e di fatto questo primo album ufficiale di Lethal V, classe ’89, già vincitore del Tecniche Perfette nel 2014 e quest’anno atteso per la finale sullo stesso palco in qualità di giudice, al fianco dei migliori freestylers italiani di sempre.
“Veecodin”, prodotto interamente da DJ MS/Beats 4 Breakfast (nonché dj ufficiale di Nitro/Machete Crew) è fuori da qualche mese per Gold Leaves Academy e non è esattamente l’album del primo che passa, tantomeno la prima esperienza in studio di registrazione. È stato infatti preceduto da lavori di tutto rispetto, tra cui un intero disco in tributo ad Apollo Brown, massiccio producer statunitense (tra i miei preferiti) per il quale Lethal V ha guadagnato il giusto posto in apertura ai live italiani di questo pezzo grosso della cultura doppia acca.
Disco “letale”, perché se i precedenti lavori erano solo avvertimenti, questo vi entrerà in casa con una tecnica e un flow da lasciarvi a terra a sanguinare senza pietà.
Disco interessante, perché finalmente aggiungiamo un altro titolo a quei pochi e degni progetti dal sound ancora classico da ascoltare in un 2017 che ci sta confondendo un po’ le idee, oltre a vivere una fase di ridefinizione degli standard che darebbe del “bravo rapper” anche a mio cugino di 3 anni - e fin qui sarete indubbiamente d’accordo, spero.
Disco ricco e prosperoso di rap fatto come si deve e che rappresenta quella bella fetta di gusto italiano per la complessità del vocabolario e per il gioco delle rime, più che per il sempre più noioso propagarsi dell’hype sull’elenco della spesa rappato in autotune.
“Veecodin” è l’eredità di qualcosa che non sta morendo, ma che ci tiene a riaffermare una presenza nella scena così come questa è stata scolpita e concepita in origine: la difficile combinazione delle parole sul beat, la pulizia delle produzioni su cassa e rullante e gli elementi caratteristici della tecnica come lo scratch dell’abile MS e i sample scelti e lavorati con cura.
Nelle 14 tracce dell’album c’è un po’ di tutto: esperienze personali, rapporto col mondo esterno fatto da persone, tecnologie, sogni e disillusioni; la metrica è ancora più articolata quando è arricchita dalle citazioni e dalla ricerca lessicale, così come richiesto tra le skills della nobile arte del rap. Ci sono critiche all’attualità dell’ambiente musicale - “Ra’s Al Ghul” su tutte -, featuring da non lasciare senza nota (Moova e Davide Shorty dall’Italia e un immenso Guilty Simpson direttamente dalle fila della Stones Throw/Detroit) e quelle “dosi di buona musica in pillole di saggezza” di cui Lethal ci parla nell’intro.
Un album da ascoltare e studiare per coglierne tutte le particolari sfumature, per tornare ad apprezzare il valore delle parole e le loro enormi potenzialità sulla musica. Ottimo lavoro, V!

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La recensione Veecodin di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-09-19 00:00:00

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