Aendlex Of a Reckless Gypsy 2017 - Psichedelia, Folk, Alternativo

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Un disco dall'essenza immersiva, romanticamente cupo ed emotivo

"Of a reckless gipsy" è un album di spazi vuoti, metafisici. Non solo un prontuario utile a chi apre voragini interiori in tempi di velocità madornali, mutazioni genetiche, di nuovi e vecchi vizi, ma soprattutto un ascolto di note posate su spartiti leggeri come brezze marine. È anche quell’istintiva opposizione tra vuoto e pieno, tra qualcosa e il nulla, che ci rende uomini imperfetti, nomadi spericolati alla ricerca di senso. E il senso dov’è? Forse nel buco nero delle nostre coscienze, dove pensiamo ci sia il nulla e, invece, scopriamo l’essenza. Dunque un lavoro smilzo, essenziale: voce e chitarra, pronte a conquistare una platea in errabonda meditazione.

Here the sky is like the desert/here the night is like the sun/and the whole world disappear' in your eyes/as I fade away” (A rain man om): la natura restituisce il sapore agrodolce di sentimenti a rischio. Le illusioni sono miraggi nel deserto e i desideri si accendono nel sole fino a scomparire nel nulla, avvolti in armonie stranianti. Dentro questo buco si accendono i ricordi: le voci si smorzano, le sensazioni si confondono in una falsificata realtà ("I just write these few words/tryin' to send the meaning/a man is born/a child is dying…") di silenzi e bugie (JJ).
La strada da percorrere è solitaria, priva di luce, fuori dal tempo (Out of time); a volte solo un po' di alcool riesce a trasformare il dolore in lucida ironia ("We need some alcohol/to get out of here somehow/we need a little alcohol/to get out of this prison somehow…") ma è il tempo di un attimo e poi si perde, tra le note malinconiche di un blues (Falling off in wind). Qui ogni passo risulta pericoloso ma obbligato. La realtà, è immaginata ma non svela nulla di irreale (The chant of Orpheus and Eurydice; Song for my funeral). 

La voce canta, sospesa, mentre contempla arrangiamenti e suoni che palpitano carezzevoli e ipnotici, disciolti nella liquidità di un’immersione interiore da cui si può non riemergere. Malinconico, lamentoso, psichedelico, questo disco è un mondo vuoto da riempire di speranza.

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La recensione Of a Reckless Gypsy di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2018-01-23 00:00:00

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