rigolò
Tornado 2018 - Rock, Psichedelia, Punk rock

Tornado
04/07/2018 - 09:00 Scritto da Fabio Piccolino

Suoni evocativi e trame delicate. Un disco disegnato con un tratto leggero ma sicuro, senza sbavature.

Un suono personale e riconoscibile definisce l'identità di una band e le proprie risorse. Il carattere dei Rigolò, già piuttosto nitido nei precedenti "Gigantic" e "Slangenmensch", sembra essere messo ancora più a fuoco in “Tornado”: un disco disegnato con un tratto leggero ma sicuro, senza sbavature.
Potenzialità che diventano azione concreta mediante otto brani che intrecciano trame delicate, puntando spesso sul valore evocativo delle immagini costruite con i suoni, ma anche sui duetti canori sussurrati di Andrea Carella e Jenny Burnazzi.

Il gusto è per il dettaglio e per le sfumature, per i chiaroscuri e le suggestioni, che donano all’album una coerenza stilistica pur concedendosi cambi di registro. È così che all'incedere marziale ma al contempo melodico dei primi due pezzi in scaletta si passa ai saliscendi emozionali di "Mexico", dalle strutture post-rock di “Happyness” e “Tempesta” alle virate folk di “Borders” e della conclusiva "Bon Voyage". A fare la differenza in questo senso è l'utilizzo versatile del violoncello, che caratterizza in maniera determinante il sound complessivo dell'album, donandogli una vena irreversibile di malinconia.

Non era facile tenere fede alle aspirazioni di un disco ambizioso senza il rischio di essere prevedibili o ripetitivi; “Tornado” dimostra che i Rigolò sono una band in crescita da cui aspettarsi continui progressi, a patto che la formula raggiunta non rappresenti il punto di arrivo ma quello di partenza verso ispirazioni e sperimentazioni nuove.

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