Gea Bailamme generale 2005 - Rock, Indie, Alternativo

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I Gea suonano. Basterebbe questa frase a rendere superfluo il resto. E' tutta lì la questione. Voce, chitarra, basso e batteria fuse in una parola che rifugge sempre più le categorie di vecchio e nuovo: rock. Contenitore riempito e svuotato di definizioni, vivo, morto e ancora vivo; non si contano più i necrologi gridati o sussurrati in suo (dis)onore, quanto le musiche nuove venute per sostituirlo definitivamente, poi sparite nel ridicolo di ricordi imbarazzanti e lui, vivo e vegeto, malconcio forse, ma sempre pronto a rivestirsi e rimettersi in piedi.

I Gea suonano, vibrano dell'epica e della poetica di una forma che non è mai stata solo musicale, incapace di invecchiare lei, imperterriti loro, arrivati vicini vicini ad una considerazione nazionale, tornati nella relativa tranquillità della provincia, per poi rinascere, ancora più convinti, ancora più energici, motivati soltanto da sé stessi e da un piccolo manipolo di amici che non ha mai smesso di chiedersi dove fossero finiti.

Suvvia, non si può lasciare la telecaster a prender la polvere, è troppo importante poterla sentire che freme fra le mani! È necessario ritagliarsi uno spazio nel bailamme generale, prendere una posizione e da lì suonare la propria vita in modo schietto e onesto, consapevoli che, se non si potrà mai vivere di rock, si dovrà vivere rock, coerenti senza tanti proclami, fedeli soltanto a quel non meglio definito demone che li ha presi una volta per non lasciarli più.

Perchè non dare credito a chi crede? Perchè non dare un'altra possibilità a chi, in fondo, non l'ha implorata mai? I Gea sono una scarica elettrica che pulsa blues e sputa fuoco, bastano a sé stessi senza cercare consensi, funzionano davanti a una come a mille persone. “Bailamme generale” è un disco che suona vero dall'inizio alla fine, carico di desiderio e di sudore, di esperienza e di umiltà da bravi artigiani, tre quarti d'ora scarsi e autentici, di quella autenticità che, per esempio, ha fatto diventare culto i Motorpsycho, dei quali si coglie non tanto l'influenza, ma proprio una comune attitudine di innamorati pazzi del rock. Quella stessa autenticità che i fratellini Verdena vanno cercando inquieti dall'inizio della carriera: i Gea l'hanno raggiunta e questo fa la differenza, non devono dimostrare niente a nessuno e si sente, nel suono diretto (Giulio Favero alla consolle) e nelle parole esplicite, intelligenti e ironiche ("Mr. Fantastico"), quando non romantiche ("Fomne").

Che altro dire, i Gea suonano e bastava davvero fermarsi lì.

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La recensione Bailamme generale di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-10-10 00:00:00

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