Capo Plaza 20 2018 - Trap

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I risultati di questo disco saranno un termometro importante per capire se questa scena è destinata a restare o se si tratta di un fad che sta per andare incontro alla sua fase calante

Non è ormai un mistero per nessuno che il genere che più ha saputo prendersi spazio nell’immaginario pop italiano degli ultimi tempi è la trap, e se già è possibile stilare un bilancio dopo le prime uscite major dei suoi nomi di punta, ora giunge anche il momento cruciale delle release importanti per quei nomi che ancora non sono venuti fuori quanto i vari Ghali o Sfera.
Capo Plaza comincia a pubblicare i suoi primi pezzi nel 2013 ma è nel 2017 che si accendono i riflettori su di lui e che arriva a un pubblico più ampio, dapprima con le tracce “Allenamento #1” e #2, e poi soprattutto con “Giovane Fuoriclasse”, che macina quasi 30 milioni di visualizzazioni su YouTube. Il suo è quindi un lavoro molto atteso, che esce per la Sto Records in collaborazione con Warner e vede al suo interno featuring di peso come quelli con il padrone di casa Ghali, con Sfera e con un’altra promessa come DrefGold.
I risultati di questo disco saranno un termometro importante per capire se questa scena è destinata a restare o se si tratta di un fad che sta per andare incontro alla sua fase calante: sarà sicuramente un segnale molto significativo se riuscirà a avvicinarsi ai risultati (irripetibili?) di un disco come "Rockstar".
E com’è, in fin dei conti, questo "20"?
È un disco che fa il suo, che svolge la sua funzione - cioè quella di dare altro nuovo materiale e un nome nuovo da seguire ai numerosi appassionati del genere - e che interpreta il suo ruolo senza strafare.
Le basi epiche o minimali sono da manuale del genere, ci sono cose che vanno un po’ con il pilota automatico (non punta in alto nel gioco lirico né tenta di tracciare strade nuove) e momenti migliori (“20”, “Tesla”, il flow delle strofe di “Come Me” e “J$ JP”, l’interludio “Ora è la mia ora”, “Non cambierò mai”, la base di “Taxi”), ma anche se non ha la portata storica e l’importanza del disco di Ghali o di quello di Sfera (quelli che hanno ribaltato il tavolo), né il valore artistico degli ultimi lavori di Tedua,  Izi e Rkomi, è questo suo stare un po’ in mezzo a renderlo un disco importante.
Perché il suo grado di successo ci mostrerà il livello di salute di un’intera scena, facendoci capire quanto può durare e reggere anche oltre quelli che sono già i suoi nomi di punta.

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La recensione 20 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2018-04-19 09:00:00

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