NODe - Not-Ordinary Dead Rcade 2018 - Pop, Alternativo, Electro

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Un bel giocattolone electropop – garbatamente derivativo – votato all’intrattenimento e all’oscillazione dei culi.

Il terzo album dei NODe si presenta come un bel giocattolone sonoro votato all’intrattenimento e all’oscillazione dei culi attraverso il sapiente ripescaggio di familiari matrici pop anglosassoni dissolte in una soluzione elettronica che miscela paraculaggine danzereccia e velatissime suggestioni distopiche.

Diciamo che alla fine, a parte qualche occasionale episodio piacevolmente disturbato, dove si lascia alle chitarre il vezzo di sporcare gli scenari (“Precious Treasures”, “Wrecked Star”), il resto di “Rcade” si tinge di un variegato cromatismo sintetico – molto ottantiano a dire il vero – che sommato ai concilianti intrecci vocali di Johnny Lubvic e Karissa finisce per dispensare momenti di pura piacioneria future-pop. Dalle aromatizzazioni bowiane di “We Are We Are” alle contagiose tossine brit-pop di “Danny Rules Again” e “Summer Of 69”, dalle frequenze funky-dance settantiane di “S.O.D.A.” alle rifiniture vagamente Daft Punk-Moroderiane di “We Can’t Save The World Today” e “The Human Kills” tutto si dipana attraverso un’alternanza di raffinatezze e colpi bassi, con tanto di ammiccamenti ritmici sia ai concittadini Planet Funk che ai ben più turbolenti Goose.

Certo, inutile nascondersi dietro un dito, dietro le quinte c’è un’ingombrante puparo che si chiama “derivativismo” a muovere i fili del combo partenopeo, ma per quanto il rischio di déjà-vu risulti quasi sempre in agguato – soprattutto in riferimento ad alcune linee melodiche – rimane tuttavia il buon sapore di un disimpegno musicale orchestrato con mestiere, buon gusto e sotterraneo citazionismo.

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La recensione Rcade di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2018-09-20 00:00:00

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