Donatella Canepa Nautilus 2018 - Strumentale, Rock, Metal

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Un viaggio negli abissi di un pianeta d’acqua, accompagnati dal suono della chitarra elettrica di Donatella Canepa nel suo secondo album, “Nautilus”

 “Nautilus”, secondo disco solista della chitarrista genovese Donatella Canepa, è un vortice heavy metal che trasporta in un pianeta d’acqua popolato da creature straordinarie, da scoprire viaggiando tra gli strati delle chitarre che si sovrappongono e si scompongono costituendo non solo l’ossatura ma anche gli organi interni e la pelle squamata delle nove composizioni strumentali di quest’album, pubblicato sempre con la Top Records.

Ad aprire il sipario di “Nautilus” ci pensa “Orizzonte Rosso”, poco più di due minuti di narrazione musicale con cui si entra nel mare di note della seicorde di Donatella, che ama comporre sempre brani brevi (della durata media di due minuti) ma ricchi di pathos. Nei primi venticinque secondi di questo pezzo l’atmosfera sembra tranquilla, ma poi ecco che una tempesta sonora sopraggiunge improvvisa e devastante come uno tsunami, costringendo ad indossare pinne, fucile ed occhiali e tuffarsi in acqua, lasciandosi travolgere dalle onde. Si comincia così ad esplorare questo pianeta acquatico fino a raggiungere i suoi abissi più profondi.

Già con “Argonauta”, la seconda traccia, non è più possibile scorgere alcun orizzonte e il rosso dell’introduzione inizia a fondersi con l’oscurità, che con “Missione K” e “Supernova” diventa sempre più buia. Guardando intorno si possono scorgere gli abitanti di questo pianeta marino, dalla forma simile a balenottere leggiadre e fluorescenti, che vivono sfidandosi tra loro a colpi di chitarra elettrica.

Il suono nell’acqua viaggia più lontano e ben presto diventa una concretissima e tangibile “Materia Oscura” (titolo appunto del quinto brano) che infine fa disperdere lo sguardo nel nero più totale con “300 YHz”, la traccia migliore del disco, che scatena una fortissima energia in grado di trasportare violentemente gli avventori su di una nuova riva inesplorata, dove torna la luce.

Qui giunge un momento di vera e propria “siesta” con “Siesta”, che conserva però tra le labbra il retrogusto dolcemente alieno degli abissi appena visitati e ne fa desiderare ancora un assaggio, che arriva con “Robin Hood” e la sua aria solenne e con “Terminal 3”, destinato a chiudere l’album e riportare gli ascoltatori in superficie e forse alla realtà.

Spoiler: la prolifica compositrice, dopo soli sei mesi, ha dato vita anche al suo terzo lavoro, “L’orizzonte degli eventi”, successore di “Nautilus”. Evidentemente il viaggio continua…

 

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La recensione Nautilus di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-03-20 15:33:00

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