Generic Animal EMORANGER 2018 - Hip-Hop

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Generic Animal è un campione della tradizione emo, che con una mentalità trap ha fatto un disco pop

Generic Animal ha fatto un nuovo disco, l'ha fatto con Carlo Zollo (già produttore di Zeus!, The Winstons, Ghemon e molti altri), con La Tempesta e con Bomba Dischi. Che sia una delle personalità più interessanti della musica italiana ora non c'è bisogno di ribadirlo. Già nel singolo "Aeroplano" e ora in questo disco, ha confermato di essere un campione della tradizione emo (e gli arpeggio si sentono ancora), che con una mentalità trap (guardatelo live, seguite i suoi feat) ha confezionato un ottimo lavoro pop. Quello che mi interessa è provare a capire cosa vuole dirci il primo album di canzoni scritte da lui, dopo il distacco dalle parole di Jacopo Lietti dei FBYC, autore di tutti i testi del disco risalente a pochi mesi fa.

In questo disco magistralmente prodotto da Zollo e Luca in casa, probabilmente divertendosi e divertendo chi ascolta (perché non si può non notare una componente "divertente"), si nasconde un gigantesco serpente che si morde la coda: il tuo nemico sei tu. Tu e tutte le cose che sai fare male. Perché senza quelle cose tu cosa saresti? Nulla. Alla fine tu sei le cose che sai fare, male. E quindi tu sei il tuo nemico. Se c'era un vestito weird nel primo disco di Generic Animal (che aveva una storia tutta diversa) proprio qui, in quello che doveva essere un divertissement, un'accozzaglia di lavoretti iniziati già prima di finire il disco vecchio, la stranezza, o meglio, lo straniamento diventa protagonista e tessuto del discorso.

E non è solo che Generic Animal ci fa ascoltare suoni a cui non siamo abituati. È proprio che ci fa accorgere di quanto sia strano vivere così. C'è questo malessere anonimo, semplice e imperante, che appare principalmente con questi sintomi: impossibilità di muoversi dal letto, non combinare nulla, nascondersi dagli amici oppure rapportarsi pesandosi addosso a vicenda. È un bel mostro, che si può ignorare solo "facendo cose". Poi però tutto quello che si fa si fa male, e pian piano ci si convince di essere proprio noi quel mostro, di essere noi il nostro nemico, di essere noi a deluderci sempre. E allora mortifichiamoci così, lamentiamoci fino a scomparire, dandoci continuamente in pasto al mostro di noi stessi. Le parole di Luca descrivono questa fatica gigante con una semplicità di linguaggio e di immagini che restituisce innanzitutto, appunto, la dimensione straniante di vivere così. Il ragazzo che corre sullo scooterino lo fa piangendo e ripetendosi "che brutti gli amici".

Eppure l'Emoranger non si lamenta soltanto, ci prova ad uscirne. Le strade sono due: amore e amicizia. Entrambe le cose vengono raccontate nel loro lato più grottesco e, al contempo, sincero. L'amico è indecifrabile, anche lui può scoppiare da un momento all'altro, e non ci si capisce quasi mai, per quanto determinati a non perdersi. Stessa cosa con l'amore, o con il "Sesso bastardo", che non riesce mai davvero ad abbandonarsi a se stesso, ma che si incastra con incomprensioni, distanze, tentativi abbozzati che finiscono in un "non risolviamo nulla e pure questa me l'accollo".

"Appartamento", forse, è la canzone che sintetizza un po' tutte le fatiche di questo mostro che vorrebbe rintanarci nella solitudine e a cui proviamo a reagire confusamente mettendoci insieme. La frase "mi odio e mi odiano" è davvero il riassunto della mentalità più rabbiosa che l'Emoranger matura a forza di divorarsi da solo. Eppure pochi versi prima c'è quell'eventualità di essere amati gratis, senza dover far nulla, senza la paura di sbagliare, che probabilmente è l'unica vera via d'uscita al circolo vizioso in cui siamo finiti tutti. È un amore grandissimo, che non può essere descritto da un abbraccio, quanto più da un bel calcio. "Voglio solo te e i tuoi piedi rotti, e se mi vuoi anche tu ti regalo i miei, non starmi a sentire quando mi lamento, lo faccio anche troppo e se ti spavento, tu tirami un calcio dritto sul mento". Forse non è un vero punto d'arrivo, ma solo da lì può cambiare tutto.

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La recensione EMORANGER di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2018-07-09 00:00:00

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