"Nove": il figlio di un viaggio durato cinque anni.
Il cantautore Hiperico, dopo un soggiorno di cinque anni a Fuerteventura, ritorna a Roma portandosi con sé il figlio musicale nato dall’esperienza isolana: "Nove". Nove come le tracce che lo vanno a comporre, ricche di richiami all’isola spagnola. Come in ogni viaggio che si rispetti, una volta tornati ci si ritrova diversi rispetto a quando si è partiti, quasi irriconoscibili, con un bagaglio culturale ed esperienziale decisamente più pesante e ricco. Aprendo questo bagaglio e guardandosi attorno si iniziano a vedere cose alle quali prima non si dava peso e che ora ci schiacciano, realtà che ora vanno troppo strette. Ed è proprio questo senso di spaesamento e inadeguatezza alla realtà che ci circonda ad emergere nel disco a più riprese. Così, in "Mi sono perso" si racconta della difficoltà di tornare a vivere nei luoghi di un tempo dopo anni passati tra le dune del deserto e paesaggi incontaminati. Oppure ancora, in "Dell’oro", si osserva con sguardo cinico alla superficialità delle persone e al loro modo di seguire ed emulare modelli sbagliati, mentre il brano "Il mercato" attacca quel consumismo becero che porta le persone a fare acquisti senza senso non accorgendosi del "mostro che si regge sulle loro dipendenze".
Molto interessanti poi, dal punto di vista musicale, le contaminazioni tra folk, elettronica e cantautorato, generi diversi che si uniscono qui a formare un prodotto armonioso, dove la sezione ritmica e quella melodica si cedono il passo vicendevolmente senza mai prevaricarsi.
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La recensione Nove di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-03-11 00:00:00
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