Lo StranieroQuartiere italiano2018 - Psichedelia, Indie, Alternativo

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Lo Straniero è quello che non vuoi comprendere. La seconda opera della band piemontese è un mix di sensazioni sonore raccontate da testi chiari e incisivi. Una bella conferma.

Sei in camera tua con le persiane mezze abbassate e cerchi ispirazione sul cosa fare, fuori fa freddo, metti su un disco, cerchi una musica diritta, non troppo invadente ma con il movimento giusto per non intorpidirti del tutto. Elettronica ci vuole, bei bassi avvolgenti, non una festa esagerata altrimenti ti girano le palle, deve prevalere la mezza sensazione di pelle d'oca, senza sconfinare nello stucchevole.

"Quartiere Italiano" de Lo Straniero sembra l'album perfetto per lo scopo in questione: la formazione piemontese ha sfornato un secondo disco dall'equilibrio impareggiabile, i testi che raccontano le storie mentre accadono, la non belligeranza del ritmo che attrae anche così soft. I vampiri bruciati dal sole, il sapore di liquirizia, lo strano andamento del cuore che non si allena se in discesa, le tastiere incisive nella seduta spiritica che tutti sognano di fare per invocare lo spirito di qualche idolo morto.

La produzione artistica di Alessandro Bavo (Subsonica, Levante, Virginiana Miller ecc.) ha qualcosa di magico in questo disco: i suoni sintetici si fondono in maniera naturale con chitarre, pianoforti e batterie, anche quello che isolato è un suono banale, viene distaccato dal clichet con un colpo di genio, sia questo un effetto o un semplice susseguirsi di note contrastanti. Le immagini proposte da Giovanni Facelli e soci sono eteree ma scure: a tratti si spingono verso l'alto come in "Sorella", che suona come un viaggio spaziale con quel "portami via" che riecheggia leggero ma imperante, in altri momenti alcuni accenti orientali si sciolgono liberi come in "Il quinto piano", felici della stasi emotiva.

Non c'è più il bisogno delle spaccature elettro-funk del debutto, Lo Straniero è potente anche in ballate ritmiche come "Lastricato" o con pezzi più lisergiche come "Psicosogno", in cui partecipa Gian Maria dei Prozac+/Sick Tamburo. "Quartiere Italiano" contiene libere interpretazioni di sogni chiusi all'interno di un condominio virtuale, la voce di una donna incontra quella di un uomo: le circostanze non permettono di toccarsi, le pareti dividono, ma le finestre spalancano itinerari. La title-track "Quartiere Italiano" è fotografia della convivenza silenziosa tra uomini di diversa provenienza nella stessa strada, dove basta un centimetro fuori dalla porta e sei straniero, un centimetro dentro e sei fratello. Un paradosso italico a cui ci si deve abituare presto.

Il mix peculiare della musica de Lo Straniero ricorda il mood del Bugo più elettronico, o degli Offlaga Disco Pax anche forse per il modo di raccontare semplicemente le sensazioni e renderle tangibili. Questo è un album molto bello, che prende piede dopo qualche ascolto. Non è immediato, ma basta alzare il volume per ritrovarsi immersi in un limbo particolare di suoni morbidi, tra le parole incisive e le sfumature ritmiche, un contenitore di vibrazioni contrastanti ma che sommate danno piacere. Un disco che dura nel tempo, e che può diventare un ascolto importante.

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La recensione Quartiere italiano di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2018-10-23 09:00:00

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