Giorgio Canali & Rossofuoco
Undici canzoni di merda con la pioggia dentro 2018 - Rock, Indie, Alternativo

Undici canzoni di merda con la pioggia dentro
08/10/2018 - 09:00 Scritto da Fabio Piccolino

Una lunga riflessione sulle sofferenze umane, sugli errori, sulle occasioni perse, sulla consapevolezza dell'immutabilitĂ  della propria natura.

In un titolo immaginifico e d'impatto, "Undici canzoni di merda con la pioggia dentro", Giorgio Canali racchiude tutta la sua scrittura sporca e vitale, immediata e sanguigna. Perché arrivato al traguardo dei sessant'anni, non ha mai smesso di essere se stesso, né alleggerito il carico dei suoi conflitti; nel settimo album con i sodali Rossofuoco ha ulteriormente affinato la sua miscela di introspezione e battaglie sociali, di critiche feroci e di parole corrosive, in una lotta serrata tra i mostri di fuori e i fantasmi di dentro.

Sette anni di tempo dall'ultimo disco di inediti è un periodo piuttosto lungo ma necessario, perché Canali e soci si presentano al nuovo appuntamento solo quando l'esigenza espressiva è vera, tangibile e irrinunciabile. "Undici canzoni" è un fiume di parole da ascoltare con attenzione, di riff funzionali, di ritmiche potenti. Ma è anche una lunga riflessione sulle sofferenze umane, sugli errori, sulle occasioni perse, sulla consapevolezza dell'immutabilità della propria natura. Coltivato a lungo, dall’album sbocciano fiori particolarmente rigogliosi: "Aria fredda del nord" che richiama atmosfere dilatate d’oltreoceano, "Fuochi supplementari" con il suo carico di desolazione e di dolore, e la lucida "Emilia parallela” sono probabilmente i più floridi. Una particolare ispirazione che si irradia in episodi diversi: "Mille e non più mille" e "Danza della pioggia e del fuoco" sono brani trascinanti e ben costruiti. E se "Messaggi a nessuno" e "E sta a te" rappresentano il lato più intimo ed emozionante della poetica del cantautore romagnolo, è in "Radioattività", vivido racconto della quotidianità che fa da cornice all'incedere marziale di un amore perduto, nella trascinante “Undici” e nella liberatoria "Piove finalmente piove", che se ne riconosce il linguaggio diretto e l'irriverenza.

Con un’identità chiara eppure così sfaccettato, Canali riesce ad essere universale: un fuoco che non si spegne mai e che aggiunge qualcosa di nuovo ad ogni capitolo della sua storia.

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