the Selfish Cales Haapsalu 2018 - Psichedelia

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Non scopriamo certo oggi the Selfish Cales: la cosa importante è non dimenticarceli dopo questo "Haapsalu"

Gli anni Sessanta come stella polare (o cometa) che segna la via, una via però lastricata, neppure fossimo ne Il Mago di Oz, di una buona dose di psichedelia. Eccovi "Haapsalu" dei the Selfish Cales. Il gruppo di Poirino, ormai non nuovo a questo tipo di orizzonti, torna con un nuovo album veramente ben fatto e che si lascia ascoltare più e più volte. Anzi non bisogna neppure aspettare troppo tempo per esprimere un giudizio sui torinesi: già con "Baltic Memories" il ritmo è quello giusto, il groove c'è tutto e le sonorità sonorità Garage-Psych. Certamente la band sa il fatto suo ed è perfettamente conscia di muoversi in un territorio noto, in cui trovarsi a proprio agio ma anche, contemporaneamente sperimentare e lasciarsi andare. Sperimentazione e libertà di composizione che si segnalano nei momenti più aperti dei "pezzi" e dell'album in generale, in cui al groove si passa al più puro verticalismo lisergico.

Questo è il caso del quinto pezzo, il nostro preferito, "Winterfell", titolo magnifico fra l'altro. Qui siamo di fronte davvero ad un lavoro di spessore, dove the Selfish Cales cesellano una sorta di armonia corale per chitarra e voce di grande, grandissimo impatto. Sicuramente non è questa la musica che va più di moda in questo periodo ma, in fondo, ce ne può beatamente anche importare poco: il suono e così caldo e la psichedelia è così dolce che è una gran figata attraversare questa strada lastricata di mattoni gialli, no?

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La recensione Haapsalu di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-03-29 08:27:00

COMMENTI (2)

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  • EleuteriovonNestor 5 anni fa Rispondi

    In realtà finisce proprio con il "?" :)

  • avanguardiastagnante 5 anni fa Rispondi

    Molte grazie per le belle parole! Solo un problema: temo manchi una parte della recensione, data l'ultima frase tronca :p