Un'orgia di generi, citazioni, ironia e satira.
Ironia e versatilità sono due ingredienti essenziali dei Banana Pulp e del loro "Greatest Hits". Nell'ascolto dell'album si passa dal punk di “Bestia robot” al pop di “Mani”, dalla “follia eccitata” di “#DiscoWag” al gusto retrò di “Versilia Cocktail”. Vanno a segno poi sia la satira sociale di “FCC” (FascioCattoComunista) e di “Morte et Distruzione”, sia il sarcasmo cinico e surreale di “1101” (tanti sono “i modi divertenti per morire”) e di “Gabicce”. “Cambiare stile” e “Maree” rivelano infine anche una vena quasi introspettiva della band.
Il concept album autoprodotto “per sopravvissuti degli anni 80 e 90” è un'orgia di generi, citazioni e suoni: basso, batteria, tastiere, chitarra, trombe, fiati, cori... Il gruppo di Udine è un vulcano di idee e creatività: la sfida per il futuro potrebbe essere trovare una maggiore omogeneità espressiva nel risultato finale complessivo. Ma forse anche no.
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La recensione Greatest Hits di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-03-04 09:00:00
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