Le Disfunzioni E I Rettili VIAGRA 2019 - Pop, Indie, Punk rock

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A metà strada tra gli Arctic Monkeys e gli White Stripes, passando per Grateful Dead e Black Keys. Questa è la pozione magica per ottenere la "pillola blu" del rock'n' roll. Le Disfunzioni e I Rettili ve lo faranno diventare duro.

"Whatever People Say I Am, That's What I’m Not” parte 2. No, non stiamo dicendo che Le Disfunzioni E I Rettili abbiano copiato, ma è evidente come l’album d’esordio di Alex Turner & co. sia stato sicuramente al centro dei loro pensieri durante la produzione del loro primo lavoro “Viagra”. La band torinese definisce se stessa come “una nuova esperienza musicale che viaggia tra l'indie rock degli Arctic Monkeys e il blues squillante e aggressivo degli White Stripes, tra lo psichedelico dei The Grateful Dead e il blues più caldo e melodico dei Black Keys”. Sembra un po’ pretestuoso ed eccessivo, tuttavia i ragazzi fanno centro con sei pezzi che sono un vorticare di chitarre, e un drumming altrettanto impetuoso e vigoroso.

“Bisogna saper fare schifo” è l’inno generazionale degli anni zero. “Lascia da parte i tuoi sogni di gloria che tanto lo sai che non li vedrai mai” è a tutti gli effetti un monito nei confronti di una generazione di inetti e incapaci. E allora non ci resta che fare schifo, e farlo bene. Ci vuole talento anche per questo. Il brano ricorda molto da vicino alcuni pezzi dei primi Arctic Monkeys. Costruito su un riff di chitarra incisivo e un drumming energico, il brano si concede anche virate, che non guastano, verso lo screamo. “Marciremo” che nell’intro ricorda vagamente “Mr. Brightside" dei The Killers, ha un andamento più lento e melodico alla “A Certain Romance” per poi esplodere nel refrain dove amara è la constatazione di una realtà che ci aliena dalle nostre identità, dove il comune denominatore è l’ansia, compagna e nemica dei nostri giorni. La misteriosa e fosca “Aluna” pare dedicata a una figura femminile ideale e lontana o forse è soltanto l’emblema della solitudine. “Lolla nella bolla”, brano dalle movenze psych, chiude degnamente l’ep, col il suo ripetitivo e barbiturico ritornello sing-along. 

Se Filippo Tommaso Marinetti, padre del Futurismo, fosse ancora tra di noi direbbe che: “Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l’insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno”. Sì perché di questo si tratta, di testi crudi e dissoluti, musica grezza e distorta. Un buon esordio per un band che respira, a pieni polmoni, aria di alt-rock internazionale.

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La recensione VIAGRA di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-02-12 09:00:00

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