Stain_ Zeus 2018 - Rock, Alternativo, Pop rock

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Esordio soddisfacente, forse un pò monocorde, degli Stain che ci propinano quel poderoso rock dalle sonorità americane degli anni zero

Può, il pessimismo, essere un punto di partenza per le nostre vite? A quanto pare sì. E la malinconia? Anche. È questo il principio necessario e imprescindibile per comprendere l’esordio musicale degli Stain. La band pugliese, composta da Francesco Lagioia (voce), Michele Tangorra (chitarra), Dario Ladisa (basso), N.I.C.H.O. (batteria, backing vocals), dipinge uno scenario estremamente turbato, inquieto e meccanico.

“A Machine” parte subito forte, con una citazione quasi beatlesiana nell’intro per poi sfociare in quel poderoso rock dalle sonorità americane degli anni zero cha caratterizza prepotentemente tutta l’impalcatura dell’intero disco e che ritroviamo in “Disorder”, “Same Day” e “The Compromise”. “What Will, Would Be” esibisce una struttura differente e danza con l’oscurità: un chitarrone cupo e una batteria che ricalca gli stilemi del math rock accompagna l’ascoltatore per tutta la lunghezza del brano, e anche “How Long” è giocata molto sulla struttura ritmica del drumming. “Saturday Song” inizia con un temporale ma è l’intro acustico a tenere sospesa l’atmosfera fino all’esplosione nel ritornello e nella coda del brano. “Sunday X” riprende le atmosfere new wave teutoniche degli anni ‘80 e gioca energicamente con un synth compatto e robusto. Assolutamente rilevante “Better Than Bitter”, il miglior momento del disco, brano che ricorda molto da vicino, nella struttura, i Thirty Seconds To Mars di qualche anno fa. Non meno convincente è “Under The Ground”, il brano decisamente più hard dell’intero lavoro. Cerniera dell’album è “Seize The Day”, scelto anche come primo singolo, dove un bel giro di basso e la batteria, sempre prominente, sostengono l’impianto narrativo e la struttura del brano e dialogano dialetticamente.

Diciamocelo subito, è un disco che non toglie né aggiunge nulla, forse un tantino monocorde eppure ben modulato nei suoi elementi fondamentali che fa ben sperare nel prosieguo del progetto della giovane band pugliese.

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La recensione Zeus di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-02-26 09:00:00

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