Radiofiera Allarme 1998 - Rock

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"Provate a chiudere gli occhi e a tapparvi le orecchie, ascoltate il silenzio.... Sentirete l’allarme.". I RADIOFIERA si presentano con questa frase, coscienti di voler generare un po’ di... rumore in una situazione che un pò tutti pensiamo sia di stallo, ma che alla fine non è proprio così.

E’ da più di una settimana che questo cd passa nel mio lettore, spodestando qualsiasi altra proposta di artisti stranieri che troppo spesso inflazionano i miei ascolti. La mia non è una scelta legata a motivi patriottici, ma bensì al fatto che questo esordio è un segnale ulteriore dello stato di salute di ‘certa’ musica italiana, fuori dai circuiti del business. Tuttavia, pur se il lavoro è marchiato dalla Sony, non stiamo qua a considerare il prodotto alla luce delle etichette (meglio una major o una indie?): suona bene e finiamola!

Premetto che se vi aspettate un disco con un suono nuovo, o comunque pieno di effetti di studio (un po’ alla "Mondi sommersi", per intenderci), avete sbagliato pagina : qui è tutta un’altra musica, o meglio, è la solita musica suonata e cantata (dal vivo in studio!) come Dio comanda! Se vi piacciono i Flor (de Mal), Kaballà, i Denovo, Cesare Basile, i Circo Fantasma, in parte gli Estra, e non ultimi i mitici Gang, questi 12 pezzi non possono passare inosservati: chitarre che suonano, storie d’amore e di vita, canzoni suonate con l’anima, sono cose rarissime nel rock di oggi.

Subito dopo aver premuto ‘play’ vi beccate i primi 3 pezzi, diretti e incisivi, che non solo evidenziano la carica della band, ma mettono in luce le capacità compositive del leader Ricky Bizzarro, responsabile dei testi e del lavoro fatto sugli intrecci sonori.

La title-track è una splendida storia che racconta di una fuga, mentre "Niente illusioni", ispirata musicalmente da uno Springsteen tra "The river" e "Johnny 99", è una presa in giro dell’ Italia. Con tutte queste credenziali sarebbe difficile pensare che l’album continui a crescere; e invece il resto del lavoro è sugli stessi livelli: "Amerika", con una chitarra tagliente, viene cantata in dialetto (forma espressiva molto consona alle sonorità del gruppo) ed è molto esplicita sulla necessità di vivere in un mondo disincantato. Poi è la volta de "Il circo", una filastrocca che parla delle svariate situazioni (quelle pessime!) della nostra Italia.

Nelle successive tre tracce ("Come quando", "Il soldato del re", "Cerco un’isola") ci prendiamo una pausa: è il momento in cui si racconta di storie d’amore e della fragilità dell’umanità di fronte ai sentimenti. In questi brani i RADIOFIERA rievocano, più che negli altri momenti, quella scena rock catanese di cui prima ricordavo alcuni nomi, soprattutto perché fanno uso di hammond e tastiere rinunciando alla sola energia delle chitarre.

Con "Mi basta una lacrima" si riparte: ritmo a mò di tarantella e liriche che si richiamano al folklore e alla tradizione; tanto per rimanere in tema, "Piòva", con testo in dialetto trevigiano,(?) si caratterizza per una ritmica molto varia, quasi a ricordare alcuni passaggi dei Modena City Ramblers. La successiva "Apokalisse" è forse il punto più alto del lavoro: la slide di Giovanni "Ginko" Schievano, un testo quasi epico, e il giusto apporto della sezione ritmica, si incrociano alla perfezione per dar vita ad un pezzo degno del miglior Springsteen di "Nebraska" che, sfortuna nostra, dura meno di 3 minuti.

La chiusura è affidata a "Un bambino", storia di sogni di piccoli eroi, e alla struggente "Se vuoi", altra canzone d’amore incastonata in una melodia che sembra ‘esplodere’ da un momento all’altro, e che invece si mantiene costante per tutto il brano.

Mi mancava il Ligabue che raccontava storie di vita; mi mancavano i Flor (de Mal); mi mancavano i Gang di "Storie d’Italia"; mi mancano tante altre cose, ma fra i miei cd c’è "Allarme." dei RADIOFIERA.

Fate in modo che non manchi fra le vostre cose.

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La recensione Allarme di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 1998-03-04 00:00:00

COMMENTI (1)

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  • federico1980 14 anni fa Rispondi

    Questo disco è spettacolare, bellezza rara...