D.B.T. (Deadlock band Trieste) One step back 2019 - Metal, Hard Rock

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Il nuovo disco dei rocker triestini, fra i Metallica anni ‘90 e l’hard rock in italiano

Confesso che avevo letto “Dreadlock” e già mi aspettavo ritmi in levare e Jah, sicché sono rimasto Abbastanza sorpreso quando premendo play ho sentito l’attacco aggressivo di 'Again', del resto molto più coerente con la corretta dicitura “Deadlock Band”. Sorpreso e devo dire piacevolmente: quello dei DBT è un rock/metal pestone ma votato alla melodia, alla canzone diretta e spesso anche al ritornello facile ('Adrenaline Wave', Ti porto io'); intersezione tutt’altro che originale ma oggi abbastanza rara e che, situandosi a metà fra la musica heavy semi-mainstream degli anni 90/2000 e un certo tipo di rock italiano, può intercettare un gusto un po’ demodè ma ancora molto presente nel pubblico rock italiano, apparentemente sconfitto, magari sempre più adulto e silenzioso, ma ancora folto. Del resto i DBT sono veterani e vengono un po’ da quegli anni là: attivo dal finale degli anni ‘90, oltre all’attività relativa ai brani inediti il gruppo ha anche una carriera di cover band che include un tributo ai Metallica. E in effetti si percepisce, perché il mood e le sonorità sono spesso quelle dei ‘tallica nei loro anni di maggior successo mediatico, quelli del cambio di look e di Load e Reload, con qualche puntata anche in territori di riffing thrash ('Ti porto io'): pedale sull’acceleratore, voce graffiante, mazzate sulla batteria. La presenza di testi in italiano, oltre a quelli in inglese, è un elemento abbastanza originale per il genere e, soprattutto nei momenti più melodici, accentua il richiamo lirico e musicale (seppur alla lontana) al rock italiano nella sua declinazione più pesante, cfr. i Litfiba di Terremoto. Forse si è capito, ‘One Step Back’ è in fondo un disco piuttosto tamarro. Però lo diciamo in un senso buono, perché è un tipo di tamarragine che si è un po’ persa dal mondo del rock, ma da sfogo ad un’esigenza che non è scomparsa dai gusti di chi lo ascolta (e spesso neanche di chi lo suona). I DbT danno seguito a questo istinto con una buona dose di tecnica, con giusto qualche incertezza, buone dinamiche e parecchia energia.

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La recensione One step back di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-06-11 01:27:08

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