Ayanamy Piccoli e stupidi 2005 - Rock, Alternativo

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I padovani Ayanamy sono la band di Francesco Fabiano, mio giovane amico che le strade della vita m’impediscono di vedere spesso. Deludendo i teorici del complotto campanilista, non griderò al miracolo :-P. Suonano un sincero post grunge, ma devono focalizzare meglio il proprio obbiettivo. Questo significa diverse cose. Influenze: la chitarra del Ghigo Renzulli di “17 re”, i primi U2 - grande amore di Franz - e i Pearl Jam della prima metà di “Vitalogy” (sentite “Geometra”). Echi, fortunatamente, non ricalchi. Temi: il tipico antieroe adolescente anni 90, spalle chine, sguardo a terra e un mondo di rabbia ed emozioni che esplode dentro. Limite: il continuo spezzare la semplicità della forma canzone con inserti-“botta” a volte solo di peso. Esempio principe, “Mosche”: liberatela dagli stacchi e avrete una davvero bella, toccante e semplice canzone. Franz è un ottimo tecnico del suono: metà degli osannati dischi veneti degli ultimi anni lo accreditano. Controllate. Questo garantisce anche qui ottime registrazioni e qualità del sound, ma, come sappiamo tutti, la migliore qualità di un fonico – l’analiticità – impedisce di lasciarsi andare del tutto alle emozioni: la sindrome Jack Endino. Per una band di rock emotivo, un limite da superare. Però, rispetto al primo disco, “Piccoli e stupidi” progredisce proprio in composizione ed emotività. Ma sbaglia l’ordine delle canzoni, lasciando le migliori in mezzo (“Improvvisa”) o alla fine (“La libertà”,“Mosche”).

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La recensione Piccoli e stupidi di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-01-04 00:00:00

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