Yuma
Yuma 2019 - Rock, Blues, Alt-country

Yuma
10/09/2019 - 10:52 Scritto da Doriana Tozzi

Quando il genio creativo di tre artisti diversi si incontra sulla stessa via non possono che nascere esplosioni di luce accecanti come questo disco

Johnny Larosa, Marco Parmiggiani e Ulisse Tramalloni non sono certo artisti di primo pelo e, seppur provenienti da esperienze diverse, nella loro carriera hanno trovato tutti il tempo e il modo di fare sane scorpacciate di tradizione blues e di country folk rurale a stelle e strisce, buttate giù con qualche sorso di whisky invecchiato al punto giusto, di quelli che graffiano in gola come un buon riff accompagnato da una voce calda e non di meno ruvida, fino a giungere a questo 2019 in cui hanno finalmente raccolto le loro esperienze forgiando con il fuoco questo primo lavoro collettivo, chiamato “Yuma”.

Ulisse lo conosciamo bene per i suoi lavori con i Julie’s Haircut (e dalla stessa formazione giunge anche un altro contributo fondamentale a questo disco, quello di Andrea Rovacchi che ha curato le registrazioni di “Yuma” nel suo Sonic Temple Studio di Parma); Marco Parmiggiani lo ricordiamo soprattutto per gli altrettanto storici Rufus Party, che alla “musica nera” sono sempre stati dichiaratamente debitori; e Johnny Larosa, l’anima blues che con la sua voce e la sua chitarra trascina questi quindici pezzi in direzioni diverse seguendo la tradizione blues ma al tempo stesso contaminandola di ingredienti soul, country, folk, rock, psichedelici e chissà cos’altro, è un’istituzione da decenni nell’aria reggiana e dopo questo lavoro non potrà che diventarlo anche in tutto il resto d’Italia e oltre.

Hank Williams, Son House e Bukka White sono i nomi che la band stessa cita tra le proprie influenze, infatti le loro lezioni si sentono qua e là tra i brani, in misura diversa, ma c’è spazio anche per tante altre cose, come le proiezioni spaziali che lasciano i suoni sospesi brillare nel firmamento di “Four O’clock flowers”, le delicate ballate dal gusto cantautorale come “Driving wheel” e “Nowhere bound” o i pezzi dalla tensione oscura come “Silent killer”, il tutto realizzato con la semplicità di una voce, una chitarra, una steel guitar e una batteria, perché con tutta questa sostanza non serviva veramente nient’altro.

 

Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.