Musiche dirette accompagno testi altrettanto diretti. “Puzza di giovani”, il primo ep della formazione barese, uscito a poco più di un mese dalla nascita della band, lascia presagire quanto di buono possiamo ancora aspettarci.
I Duocane nascono nel maggio 2019 dall’incontro tra Stefano Capozzo (voce dei Banana Mayor) basso e voce, e Giovanni Solazzo (batterista dei Turangalila) alle percussioni. Del resto, Cosa aspettarsi da una band che ha scelto il nome parafrasando una bestemmia.
Un binomio imbastito in pieno stile “Seven nation army”, senza la chitarra. “A ciascuno il duo” si apre con un’intervista a Leonardo Sciascia e si chiude con la registrazione della telefonata di un sedicente gallerista intento a masturbarsi in diretta dopo aver cercato di convincere una collega artista a far parte della sua squadra. Francamente, se volete cogliere le storie, le allusioni, le citazioni che si nascondono tra i versi delle canzoni di quest’album vi consiglierei di andarvi a leggere la dettagliatissima bio allegata ad ogni traccia che il gruppo ci ha messo a disposizione.
Il disco, pur vertendo su delle sonorità tipicamente stoner e post hardcore (i già citati Colour Haze, i Melvins, gli Zeus!), attraversato da un profondo spirito jazz, è, infatti, registrato in presa diretta, giustificando, per così dire, i lunghi momenti strumentali che fanno da preambolo alle “strofe” (per sentir proferire parola, spesso, è necessario attendere più di un minuto). Questo espediente, però, non toglie forza ai testi nei quali, fra gli altri, uno dei temi che emerge maggiormente è quello dell’immigrazione ( nella “vita reale”, Giovanni è operatore sociale).
Musiche dirette accompagno testi altrettanto diretti. “Puzza di giovani”, il primo ep della formazione barese, uscito a poco più di un mese dalla nascita della band, lascia presagire quanto di buono possiamo ancora aspettarci.
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La recensione Puzza di giovani di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-08-27 17:11:00
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