The Zoll The Zoll Folks! 2019 - Psichedelia, Noise, Elettronica

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Un concentrato di sperimentazione elettronica e rock che saprà soddisfare i palati più eclettici e curiosi.

The Zoll Folks!”, secondo album del quasi omonimo gruppo The Zoll, è un album insolito. Nato dalle menti di un duo diviso tra Milano e Berlino, il disco è un continuo tentativo di coniugare le sonorità più oscure e sperimentali di rock ed elettronica in una sintesi coerente ed organica. L’obiettivo è sicuramente ambizioso, e il primo impatto con gli otto brani (tutti interamente strumentali) non è dei più convincenti: l’opening track “Mr. Om”, costruita su dei giri di chitarra abbastanza pinkfloydiani, non riesce a risultare un brano particolarmente incisivo; lo stesso feeling si ripropone purtroppo anche per il secondo brano, “Alter Echo”, le cui ritmiche incalzanti e coinvolgenti non bastano a metterlo al riparo da un certo anonimato. Avvicinandoci verso la metà del disco, però, le cose iniziano a cambiare: se da un lato “Doctor Stranger”, con il suo giro di synth ipnotico e claustrofobico, è interessante nel suo avviarsi verso l’esplosivo finale, dall’altro il vero punto di svolta è “Iron Kafka”. Qui l’alternarsi di malinconici arpeggi di chitarra e piano ed esplosioni industrial funziona alla grande, ed è probabilmente il miglior brano dell’album.

Da qui in poi l’ascolto del disco decolla, con i The Zoll in grado di esprimere al meglio le proprie potenzialità e dare vita ad una strana ma convincente fusione dei lati più sperimentali di rock ed elettronica. “Ultrazoll” è un pezzo synth-rock su base techno, allucinato e malinconico; “X-Chinaski” propone, su un giro di basso groovy al massimo, un lungo trip mentale. Con le ultime due tracce, poi, “The Zoll Folks!” si chiude in bellezza: “Drone Girl” è una riuscitissima traccia techno perfetta per far salire la presabbene, mentre l’ultimo pezzo del disco, “Fantastic Void”, ci catapulta in un viaggio cosmico grazie alla sua elettronica spaziale ed eterea, per poi lasciare spazio a semplici accordi di chitarra, nello stesso modo in cui è iniziato. Al netto di qualche momento meno riuscito, “The Zoll Folks” è un disco ben riuscito, che saprà regalare soddisfazioni ai fan della sperimentazione e delle commistioni sonore meno convenzionali.

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La recensione The Zoll Folks! di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-11-18 23:29:13

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