Vox Gineceo nasce dalla volontà di un autore (AleX Bevilacqua) di mettere le proprie composizioni al servizio di tre voci femminili. Date queste premesse, il primo nome che balza in testa non può che essere quello di Massimo Zamboni con il suo splendido "Sorella Sconfitta". Tanto più che, inserito il dischetto del lettore, la prima traccia propone il canto di un soprano giapponese (Chiharu Kubo).
Malgrado i numerosi indizi, tuttavia, già dal secondo brano si capisce che l’atmosfera è totalmente diversa. A livello musicale, infatti, Vox Gineceo si basa su un pianoforte che va a sostenere tre voci con forti personalità, aiutato sporadicamente da un violino. Escludendo il primo brano, maggiormente sperimentale, le altre tracce si configurano come un pop elegante, sofisticato e a tratti cantautorale, con echi di Ornella Vanoni in alcuni passaggi.
Un disco in cui tutto appare al posto giusto. Forse troppo al posto giusto. Nonostante siano fuori discussione il livello delle cantanti e l’interpretazione dei musicisti, infatti, si avverte che manca qualcosa. Non fosse parola abusata, si potrebbe azzardare che a far difetto è un’anima, ma forse è più corretto dire che nel complesso il lavoro è un ottimo saggio di bravura, ma trova il proprio limite maggiore in un eccessivo accademismo, che, procedendo nell’ascolto, trascina progressivamente verso il basso intensità ed emotività.
I pezzi, in sostanza, arrivano piacevolmente all’ascoltatore, ma scivolano via dopo pochi istanti, senza graffiare né accarezzare veramente. Ed è un peccato, dal momento che anche i testi, colorati dalle tre voci con stili e impostazioni sensibilmente differenti (le altre interpreti sono Stefania Martinelli e Chiara Properzi), riescono spesso ad essere non banali, fatte salve alcune (grosse) sbandate.
---
La recensione My Pale Interiors di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-09-05 00:00:00
COMMENTI