Freedom Club Freiheit 2019 - Punk, Noise

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La riviera romagnola dei Freedom Club ha i colori acidi del post punk dissacrante e la malinconia della new wave elettronica nel loro primo album Freiheit

Le ritmiche meccanizzate della drum machine, le chitarre ronzanti, i synth vintage, la malinconia sintetica della new wave e i nervi scoperti del punk, quella raccontata dai Freedom Club è una versione corrotta e maleodorante della riviera romagnola; l’immagine classica da cartolina estiva viene rifiutata e resituita al mittente, fatta a pezzi dalle distorsioni dissonanti e dalla voce disumanizzata e singhiozzante che trasformano l’iconica romagna in fiore di ‘Romagna mia’ nella sconvolta ’Romagna tua’. Ascoltando questo ‘Freiheit’ è impossibile non pensare ai CCCP se non altro per il retroterra geografico che fa da sfondo all’adesione del gruppo ad un punk/post-punk sintetico, ma anche per alcune eredità sonore evidenti e che affiorano qua e là nelle ritmiche, nei suoni di chitarra (’Sadboi’); il duo di Riccione, però, guarda molto più alle terre anglosassoni, nella scelta della lingua ma non solo: nelle sette tracce c’è la new wave più elettronica e malinconica (l’ottima ’Untitled (Mind Me)’), quella più punk, surreale e ironica alla Devo (’I’m stupid’). Linguaggi diversi, accostati a volte con più grazie e a volte meno organicamente, in un meccanismo personale ed acerbo per scelta, ma di cui è possibile oliare ancora meglio gli ingranaggi.

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La recensione Freiheit di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-12-10 23:46:58

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