Ira Green 7 2019 - Rock, Grunge, Hard Rock

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Un concept rock sui peccati capitali, raccontato dalla voce potente di Ira Green

Ormai sappiamo bene quanto è difficile riprendere (o prendere) in mano le redini di un percorso musicale dopo la partecipazione ad un talent televisivo, anche per chi si ne esce con un buon posizionamento, soprattutto se il talent in questione è uno che non ha mai veramente ingranato al massimo delle sue potenzialità, come The Voice of Italy. Eppure Ira Green, seconda classificata dell’edizione 2015, forse ha scelto una strada giusta o quantomeno onesta; senza imbarcarsi nella solita trafila post-talent, ha ripreso a lavorare con costanza e determinazione, costruendosi a suon di uscite autoprodotte e concerti una discreta reputazione nel sottobosco rock italiano. Il suo secondo album ‘7’ conferma la sua devozione ad un hard rock classico e robusto, per certi versi rassicurante ma grintoso. Il sound è quello degli anni ‘90, quelli del grunge a stelle e strisce ma soprattutto quelli della loro rilettura italica. Quella, per capirci, dei Litfiba del mitico Terremoto; non a caso, durante The Voice la Green era ovviamente beniamine di Piero Pelù, ormai santo protettore di un certo tipo di rock italiano, e anche nella lavorazione di ‘7’ sono coinvolti collaboratori ormai di lungo corso della band fiorentina, Fabrizio Simoncioni e Federico Sagona. Domina su tutto l’eccezionale vocalità di Ira Green, ruvida e potente, protagonista di alcuni passaggi effettivamente impressionanti(’Ira - La bestia’, forse il pezzo migliore del lotto). La cantante napoletana ci guida attraverso un concept ispirato ai peccati capitali, per la prima volta con testi in italiano, popolato immagini magari non originalissime, ma simpatiche ed efficaci; fa eccezione forse ‘Indievidia’, con il gioco di parole a suggerire una satira contro l’indie che in realtà suona più come una critica spocchiosa. Oscillando fra mid-tempo aggressivi e la semi-ballad di ordinanza (’Gola - Cristallo’), ‘7’ si presente come un disco compatto ed equilibrato, retto da un’intepretazione vocale sopra le righe che saprà soddisfare chi è in cerca di un suono rock sincero e senza compromessi.

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La recensione 7 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-12-26 16:13:49

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