I componenti dei Catwalk provengono tutti da esperienze di buon livello: si tratta infatti di musicisti che da molti anni si muovono nell’ambito dello ska e del jazz, e hanno all’attivo presenze nelle line-up di Vallanzaska, Smarts, Franziska, oltre ad essere stati la backing band di Mr. Tbone, e dello Special Neville Staple nel suo tour italiano. E da esperienze composite (Shandon, Bluebeaters, Reggae National Tickets, Dirotta su Cuba), provengono molti dei validi ospiti presenti in questo primo disco a nome della band, che però definire d’esordio è assolutamente inesatto.
Coerentemente con tali esperienze, gran parte dei brani (in totale 7 strumentali e 4 brani cantati) si muovono nei canoni di uno ska jazz caldo, raffinato, arrangiato ed eseguito con assoluta perizia. A volte strettamente aderenti agli standard (“Webb city”, “The chicken”, “Dancing silk”), a volte più semplicemente pop (“Non è un caso”, un rocksteady leggero leggero). Realizzano un buon album di genere con tutti i pregi e i difetti del caso: detto già della indiscussa bravura della band e della generale piacevolezza, va anche notato come sia sempre in agguato il rischio di restare ingabbiati dal manierismo insito nelle sonorità proposte. Però… c’è dell’altro.
Quando i Catwalk, anche solo per poco, deviano dal rassicurante solco ska, dilatando le atmosfere, rallentando i tempi in levare, procedendo per riduzione piuttosto che per aggiunta, vengono fuori gli episodi migliori: che si tratti di proporre la versione reggae del classico “So what” di Miles Davis, o di affidare “Road map” alla sempre brava Georgeanne Kalweit (ex-voce dei Delta V, negli ultimi due dischi) o, finalmente, di iniettare dosi sostanziose di solare malinconia in “Thin rebellion”, bel brano reggae oltretutto connotato da uno splendido titolo, forse la traccia più riuscita del disco.
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La recensione Thin Rebellion di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-09-28 00:00:00
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