Guappecarto' Sambol - Amore Migrante 2019 - Strumentale, Folk

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Il nuovo disco degli italo-francesi Guappecartò è un viaggio fra le musiche folk d’Europa e oltre, sulle orme di un compositore migrante degli anni ‘30

Guappecartò, che nome bellissimo preso da un’espressione meravigliosa della lingua napoletana: il ‘guappo di cartone’, il duro per finta, il pallone gonfiato. Un nome adatto, se non altro per il suono espressivo e il valore immaginifico, alla formazione che lo porta: migranti per stile e scelte di vita, nati in italia con il busking e francesi di adozione, dediti a uno stile transfrontaliero che mescola jazz, musiche popolari, folklore mediterraneo, balcanico e gitano. ‘Sambol - Amore migrante’ è il terzo disco in studio dei Guappecartò, e il primo di non inediti: si tratta infatti di una raccolta di opere di Vladimir ‘Vlado’ Sambol, compositore originario di Fiume, emigrato dalla sua terra natìa nel secondo dopoguerra a causa delle forti tensioni politiche e trapiantato in Svezia, dove ha messo su una famiglia figlia dell’’amore migrante’. La genesi del disco merita di essere raccontata, perché aggiunge un valore simbolico e romantico che in qualche modo emana anche dai brani: al termine di un concerto, è la figlia di Sambol stesso, per caso fra il pubblico, a chiedere ai Guappecartò di far rivivere la musica del padre; la cosa, nata come omaggio estemporaneo, si evolve da sé fino a diventare un disco di nove tracce. Alcune rispettano le partiture originali del compositore fiumano, altre, anche a causa dell’incompletezza dei lavori originali, sono rielaborate e subiscono contaminazioni più o meno evidenti (il tango elettrico di Tango (invocazione)’); in ogni caso, nel disco va in scena un laboratorio musicale, in cui si sperimenta l’avvicendarsi di musiche d’epoca e suggestioni contemporanee, all’interno e oltre i linguaggi in cui si muove solitamente la band. C’è un forte sentimento di malinconia strettamente legata all’identità migrante; per riprendere un’altra espressione idiomatica napoletana, c’è una forte appucundria in tracce come Anonimous e Cvijetak; ma c’è anche l’energia della tradizione balcanica, legata con attitudine patchanka a colori mediterranei e sudamericani (Balkanika, Amore Migrante), così il gusto per scelte che abbandonano del tutto la comfort zone delle tradizioni folkloriche (la bellissima seconda metà di Sorgen). ‘Sambol - Amore Migrante’ si inserisce in un filone che, almeno a livello europeo, è più che ricco; si distingue però da tanti altri lavori simili per una particolare qualità di arrangiamenti ed esecuzione, con il supporto di diversi ospiti orbitanti intorno alla scena partenopea (Daniele Sepe e Marzouk Mejri) e internazionali (Vincent Segal), ma soprattutto perché figlio della dialettica fra una band e una storia fuori dall’ordinario, una di quelle storie che spesso viene da definire ‘d’altri tempi’. Quelle intrise di un romanticismo da pellicola in bianco e nero e di un senso dell’avventura, della scoperta, che forse in qualche modo ci è negato nella contemporaneità e va recuperato proprio strappandone un pezzetto a libri, quadri, film, o album come ‘Sambol - Amore Migrante’.

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La recensione Sambol - Amore Migrante di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-04-19 13:42:31

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