Un appassionato album di cantautorato rap, con una curiosa tensione verso le produzioni commerciali
Benna è una rapper della provincia modenese, con anni di militanza in vari gruppi e due album da solista, che potremmo inserire in una certa tendenza di rap-cantautorato, di cui Murubutu e Claver Gold ci paiono al momento i rappresentanti più significativi. Vocabolario abbastanza forbito, citazioni e riferimenti ricercati, una dimensione narrativa e diametralmente opposta alla scrittura rapida e per immagini del rap contemporaneo. C’è qualche racconto rap, sulla scia di quelli del professor Mariani (’Negro’), il citazionismo allegorico alla Caparezza (La casa di carta, dove Capa è anche citato). Ma ci sono soprattutto le esperienze personali (L’insegnamento dell’asino, Perlerime), il racconto di formazione di una sensibilità artistica e la ricerca di un’autenticità vissuta in forte contrasto con la scena rap di oggi; ”voi avete Gucci, io Guccini” (Il mio vestito nuovo) è il verso che sintetizza meglio quest’attitudine orgogliosamente ‘fuori tempo’. In effetti, il dissing verso i rapper omologati impegna una parte consistente delle rime di Benna, da NBA fino a J-Ax, una curiosa traccia composta interamente di citazioni di brani del rapper milanese che è in realtà una dichiarazione di affetto ispirata da una somiglianza fisionomica. La cosa strana, però, è che diversi beat ricalcano da vicino proprio gli stilemi delle produzioni commerciali degli ultimi anni, forse in chiave ironica (J-Ax, Estatesagerando), ma anche no (la title-track). E’ un esperimento per certi versi interessante, ma le barre di Benna sembrano dare il meglio su produzioni più energiche (NBA, La casa di carta) o più intime (Il mio vestito nuovo), e quando si concentrano sul racconto di sé e della propria visione, e meno su quello degli altri.
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La recensione L'insegnamento dell'asino di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-04-06 14:35:09
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