Basta leggere il nome di Amaury Cambuzat che fa capolino dai credits per capire senza dubbio alcuno cosa andremo ad ascoltare una volta inserito il cd nel lettore: atmosfere dilatate, trame evocative e oniriche, climax sonori... ci siamo capiti.
La Camera Dell'Amore Sonico è una giovane formazione lombarda che declina il post-rock (qualcosa che viene dopo il rock?) in maniera piuttosto adolescenziale, in un misto, cioè, di disinvoltura e timidezza, desiderio di spiccare il volo verso territori inesplorati da far propri (ammesso che esistano) e cauta e appassionata riproposizione di schemi già tracciati.
C'è del lavoro da fare, questo è sicuro, la tecnica non è delle più eccelse, considerando il genere e, francamente, anche dal lavoro al mixer del succitato Cambuzat ci si potrebbe aspettare di più: batteria e basso non incidono come dovrebbero e anche lo spettro sonoro delle chitarre appare un poco limitato.
Nulla di macroscopico comunque, i momenti godibili non mancano e alcuni spunti interessanti andrebbero approfonditi, la voglia di fare si sente e anche la giusta emotività, manca un certo coraggio, ma è cosa rimediabile facendosi le ossa dal vivo, dimensione perfetta per questo tipo di atmosfere e suggestioni.
Da risentire.
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