Shanty Ouverture 2005 - Indie, Alternativo

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“Infinitely”, quarto brano di questo cd-r dei cittadellesi Shanty si apre con questo verso: “Non c’è peccato ad amare il tuo corpo” . Ecco, credo che se gli Shanty nel 2005 trovano davvero ancora ragazze a cui dire queste cose dovrebbero vincere il premio “Conservazione della fauna scomparsa”. Questo è robusto e tamarro hard rock, assolutamente vecchio, fermo ai suoni e alle strutture compositive anni 80 degli Iron Maiden (modello evidentissimo in “So many friends”, con tanto di fuga metallo-progressive), con qualche spruzzatina metallo-psichedelica alla Hawkwind (“Gange’s flow”), e più decise iniezioni di vociaccia grind, come in “Burning love”. Dove il tema è: lei non gradisce lui, per il suo taglio di capelli. Mio Dio. Dura la vita del tamarro anni 80. “Choke”, poi, dedicata a un assassino in galera, è talmente banale che se gli Shanty leggessero il testo di “John Wayne Gacy, Jr.” di Sufjan Stevens, probabilmente sverrebbero. Neppure “Frozen” di Madonna risolleva le sorti: non sempre riesce il gioco degli Alien Ant Farm con “Smooth criminal” di Jacko. Scrivo per onestà di recensore, ma con un po’ di paura, vista la taglia ragguardevole del batterista e del chitarrista, due temibili masari, come si dice qui da noi. Scherzi a parte (speriamo), “Ouverture” per quanto mi riguarda è opera bocciatissima e consigliabile solo ai fans di Vasco, che, essendo generalmente paleontologi del rock, gradiranno queste canzoni così prevedibili da risultare loro gradevoli.

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La recensione Ouverture di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-01-12 00:00:00

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