Un flâneur in viaggio tra fascinazioni femminee, per un lavoro durato cinque anni e che si esprime in tre lingue: un concept d'ascolto forte quanto godibile.
Les Flâneurs è un'anti-band, nel senso che combatte la chiusura ed il senso identitario di un gruppo partendo dall'idea del singolo (Alessandro Marchetti de Il Disordine delle Cose) per aprirsi a collaborazioni ed incursioni artistiche caleidoscopiche. È un concetto che nasconde evocazioni forti, che personalmente riporta alla memoria Walter Benjamin e quel topos del camminatore tanto caro a chi viveva le metropoli degli anni '20 del secolo scorso. Tale, fortissimo, impianto ideologico pone le basi dell'extended play “A Long Season”, distribuito da Artist First.
Otto tracce a comporre un ascolto che il Marchetti girovago ha fatto partire dal Piemonte per attraversare, sul piano linguistico, tre nazioni ed un totale di cinque anni di lavorazione: tale mole ed operosità restituisce una sensazione d'ascolto la cui magnitudine è nella leggerezza, nel sapore etereo di brani che passano dall'italiano al francese (con l'aggiunta della lingua inglese) eleganti come una donna dallo charme difficilmente pareggiabile. E sono proprio le donne a dar voce alle strade attraversate da questo Flâneur in costante equilibrio tra struttura analogica e tessiture digitali, ricordando quando sia importante (più che mai in un anno difficile come il 2020) l'incontro tra culture e l'irrefrenabile volontà di abbracciare il viaggio quale credo di vita per sviluppare idee musicali innovative e personali.
Questo disco è composto da emozioni e sensazioni che non si possono ridurre al semplice esercizio di stile: Alessandro Marchetti edifica il proprio immaginario attingendo da valide proposte che captano con magnetismo l'attenzione.
Davvero un ottimo lavoro, in tale ottica non si compie peccato a congedarci da “A Long Season” restando in trepidante attesa di sviluppi.
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La recensione A Long Season di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-10-28 00:10:37
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